La Repubblica 20 aprile 2008, ALBERTO STATERA, 20 aprile 2008
Cittadella, telecamere e partite Iva. La Repubblica 20 aprile 2008 Qui nella la città murata circondata da uno splendido anello merlato risalente al Milleduecento, interrotto da monumentali porte e torrrioni, non si farà il sistema di controllo «brandeggiabile», cui si è assai appassionato il sindaco leghista di Verona Flavio Tosi, nuova star della Lega di risonanza padana e nazionale, che ci vuole investire svariati milioni di euro
Cittadella, telecamere e partite Iva. La Repubblica 20 aprile 2008 Qui nella la città murata circondata da uno splendido anello merlato risalente al Milleduecento, interrotto da monumentali porte e torrrioni, non si farà il sistema di controllo «brandeggiabile», cui si è assai appassionato il sindaco leghista di Verona Flavio Tosi, nuova star della Lega di risonanza padana e nazionale, che ci vuole investire svariati milioni di euro. Brandeggiabile? Sì, si chiama proprio così l´intrico di telecamere manovrabili da centrale operativa, capace di controllare ogni centimetro di strada, ogni vicolo, ogni remoto angolo e anche gli autobus cittadini in viaggio per garantire la sicurezza. Ma qui a Cittadella, Alta Padovana, esempio preclaro di medievale architettura militare, la telecamera live tipo «isola dei famosi», forse non si farà. Non perché non servirebbe. Altroché se servirebbe dinanzi al dilagare della delinquenza, della legittima domanda di sicurezza, dell´immigrazione incontrollata, delle rapine in villa, degli sbandati senza reddito che s´installano in improbabili alloggi. Ma perché il sindaco, uno degli eroi leghisti del 13 e 14 aprile eletto deputato sull´onda di un 42 per cento, è lui una telecamera vivente. Ne sanno qualcosa quelle due ragazze bulgare che, meschine, alla vigilia delle elezioni, prendono un autobus a Padova, vicino alla Cappella degli Scrovegni, avendo deciso di andare a guadagnarsi la giornata un po´ più a nord, dove c´è meno concorrenza. Scendono qui a Cittadella sotto Porta Vicenza e mettono generosamente in mostra le grazie. Ma solo per qualche frazione di mezz´ora, il tempo necessario al sindaco brandeggiabile, che passava di lì, per chiamare la polizia municipale, che le ricarica immediatamente sul primo autobus per Padova. «Qui non ci veniamo più», strillano quelle indignate dal finestrino, ignorando che quel mercato è sterile, dal momento che se un cittadellese, per un caso che naturalmente non è dato, avesse bisogno di prestazioni di quella natura si dirigerebbe in pochi minuti verso il Terraglio, verso Padova o Vicenza, o verso Mestre dove l´offerta è variegata e superba, nonostante i sudori dei sindaci-sceriffi per gratificare i cittadini indignati dall´indegno spettacolo della prostituzione. Il sindaco della città murata dell´Alta Padovana si chiama Massimo Bitonci, e nulla per la verità ha di medievale. Tutt´altro. Né dio Po, né improbabili icone bossiane. E´ un ragazzone del 1965 che farebbe la sua figura a Milano e anche a New York. E la farà sicuramente a Roma, dove si appresta ad approdare da deputato della Lega. Pizzetto sottile sotto il labbro inferiore, figlio di un dipendente della «Pasquali», che faceva liquori e poi si è messa a produrre l´acqua minerale «Vera», laureato a Ca´ Foscari in Economia e Commercio, ex giocatore di rugby e maratoneta a New York, ha uno studio da commercialista e non sopporta i politici che non hanno un loro mestiere. Fa politica con la Lega da quando era sbarbato, dopo aver votato le prime volte mai Dicci, che qui aveva l´80 per cento, ma - incredibile dictu - per i liberali di Valerio Zanone, un partito che prima di scomparire era già un ectoplasma. Massimo è forse il ritratto perfetto della nuova classe dirigente della Lega, che non allinea più personaggi folcloristici come Giancarlo Gentilini, prosindaco di Treviso che vorrebbe sparare col fucile ai «leprotti neri», ma veri professionisti della politica, sensibili ai bisogni - quali che siano - delle proprie comunità. Entrare a mezzogiorno da Porta Padova dentro le mura merlate e trovare un lindo borgo «svizzero» di ventimila abitanti, milleseicento immigrati soprattutto romeni che a quest´ora sono a lavorare nelle fabbriche, fiorai, signore in tiro, visagisti all´opera, pelliccerie, «ombre» di ex Tocai nei bar, sarebbe quasi uno shock paradisiaco per un qualunque abitante di Milano, di Roma o di Torino, che fa quaranta minuti di metrò o di macchina per andare, muy incazzato, a lavorare in ufficio o in fabbrica. Figuriamoci a Napoli o a Palermo. Questo ti fa capire che gli schemi di destra e sinistra sono obsoleti, che la partita politica non è più destra-sinistra, è diventata forse, oltre a destra - sinistra, come dice il professor Giovanni Sartori soprattutto centro-periferia. Una periferia nordica che, spesso non infelice, vive tuttavia di paure che vengono con determinazione messe politicamente all´incasso dalla nuova classe leghista, spesso preparata e fattiva, come manifesta l´onorevole Bitonci. Il palazzo municipale di Cittadella, 20 mila abitanti, 3 mila partite Iva, è un gioiello di architettura appena restaurato. Sistemi elettronici governano gli sportelli per i cittadini, la segretaria del sindaco è più professionale di quella dell´amministratore delegato di una grande banca. Il neo-onorevole Bitonci, sindaco della cittadina murata, l´uomo del 42 per cento, appare come un arcangelo con la spada sguainata. Ma contro chi, in questo piccolo Eden? E lui, professional, ci fa pesare che pensavamo di incontrare uno zoticone della Lega prima maniera. Gli zoticoni leghisti non ci sono più. «Con Bobo Maroni - ci annuncia - abbiamo fatto un programma preciso. Eccolo: più poteri ai sindaci contro l´accattonaggio e la prostituzione; più poteri alla polizia locale, esattamente come quelli della polizia di Stato, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza; pistola ai poliziotti locali anche fuori dell´orario di lavoro; naturalmente, sfollagente e accesso all´archivio informatico nazionale per verificare la pericolosità sociale delle singole persone e di chi ci chiede la residenza». Bitonci, uno dei giovani leoni che a Roma difenderanno l´onore dei leghisti veneti vilipesi da quelli «Varesocentrici», tutti occupati nella battaglia per Malpensa, è diventato famoso oltre le sue mura medievali per l´ordinanza «antisbandati», quella che prevedeva un reddito minimo di circa cinquemila euro per ottenere la residenza nel piccolo paradiso oltre le mura. Ma ride di cuore il sindaco-sceriffo di Padova Flavio Zanonato, quello democratico che prima di tutti ha fatto il muro di via Anelli contro gli spacciatori: «Ma di che parliamo? Hanno vinto, lasciamoli divertire. Sono contento per il successo elettorale del collega di Cittadella, ma si dà il caso che la legge dello Stato del febbraio 2007, che prevede un reddito minimo per la cittadinanza di cinquemila euro, diecimila con moglie e quattordicimila con un figlio, io già la applico esattamente da quando è in vigore. Forse il giovane collega di Cittadella, col quale mi compiaccio per i suoi luminosi destini nazionali, non lo sa, ma trattasi di una legge dello Stato. Forse gli sfugge anche che la norma in realtà non vale per gli extracomunitari che abbiano il permesso di soggiorno, ma è applicata per i comunitari che possono risiedere dove vogliono. Salvo, appunto, che non abbiano il reddito previsto. Magari caccerà qualche lord inglese». Sarà forse come dice Zanonato, ma l´editto Bitonci è stato adottato da duecento comuni di destra e forse anche qualcuno di sinistra, un modello per tutta l´Italia. Il che lascia presumere che presto dovremo occuparci anche delle «ronde padane», quelle inizialmente bollate come la solita pagliacciata della Lega di Bossi coi fucili pronti nelle valli e anche nelle città, che vengono ora promosse ad ausilio delle forze di polizia locale. Forse hanno ragione tutti i politologi, a cominciare da quelli che hanno sfornato decine di sondaggi fallaci, a sostenere che la Lega è oggi il partito più radicato sul territorio, come era una volta il Pci. E a dire che la politica è ormai brandeggiabile come si vuole. Tutto può diventare paura. Che criminalità avete qui? «Direi, dieci rapine in villa in un anno», risponde il sindaco Bitonci che coraggiosamente sconfisse le due prostitute bulgare e oggi prende il caffè vicino a due educati neri forse della Costa d´Avorio. Sindaco - gli diciamo - speriamo di mettere insieme cinquemila euro quest´anno. Per favore, ci accetti qui dentro il suo magnifico anello murato, anche senza controllo brandeggiabile. ALBERTO STATERA