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 2008  aprile 20 Domenica calendario

I 65 suggerimenti del governatore e quei sì di G7 e stampa estera. Corriere della Sera 20 aprile 2008 MILANO – Solo «un’aspirina», inadeguata ad affrontare quella «malattia grave» che è la crisi finanziaria che minaccia l’economia globale

I 65 suggerimenti del governatore e quei sì di G7 e stampa estera. Corriere della Sera 20 aprile 2008 MILANO – Solo «un’aspirina», inadeguata ad affrontare quella «malattia grave» che è la crisi finanziaria che minaccia l’economia globale. Suonano inequivocabili le parole con cui Giulio Tremonti ha bocciato il rapporto che, in qualità di presidente del Financial Stability Forum, il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi ha presentato la scorsa settimana al G7 di Washington. Nessuna reazione, ovviamente, da via Nazionale. Ma sono in molti a ricordare che le «raccomandazioni» espresse nel «rapporto Draghi» non sono evidentemente indirizzate a suggerire la politica economica dei governi nazionali, quanto a rafforzare il sistema finanziario globale, o quantomeno quello che lega i paesi più industrializzati. In questo senso, in altri ambiti, la banca d’Italia aveva criticato ad esempio l’alto livello della pressione fiscale raggiunto negli ultimi anni nel nostro Paese. «Questo rapporto non è stato scritto da economisti, ma da supervisori, da persone che hanno precise responsabilità», aveva spiegato lo stesso Draghi alla vigilia della presentazione a Washington. Si trattava insomma di arrivare a una sintesi fra le esigenze espresse dalle banche private, orientate ad autoregolamentarsi adottando su base volontaria le misure necessarie a prevenire nuove crisi, e quelle delle autorità finanziarie ed economiche nazionali e sovranazionali. Non a caso i 65 «suggerimenti » contenuti nel rapporto indicano sia il bisogno di standard patrimoniali più elevati per aumentare la protezione rispetto alle attività ad alto rischio, sia la necessità di maggiore trasparenza verso il mercato e di maggiori poteri per le authority di sorveglianza. Non a caso, i giudizi arrivati dall’establishment finanziario ed economico internazionale sono molto diversi da quelli di Tremonti. Basta dare un’occhiata ai commenti di due fra i più autorevoli quotidiani per averne una sintesi. «I cambiamenti proposti dal Financial Stability Forum appaiono in grado di prevenire altre crisi come quella attuale, dovute all’" assemblaggio" all’interno di prodotti finanziari molto complessi di prestiti senza garanzie concessi a creditori ad alto rischio - ha scritto ad esempio il Financial Times - . Il problema è che probabilmente la prossima crisi sarà causata da eventi di tutt’altra natura. Ma anche in questo caso, i cambiamenti introdotti dal rapporto del Financial Stability Forum rappresentano un monito alle banche a non aggirare le sue prescrizioni ricorrendo a metodi ancor più pericolosi rispetto a quelli visti nel recente passato». E, dall’altra parte dell’Atlantico, anche il Wall Street Journal sottolineava come il rapporto approvato dal G7 «rafforzi i criteri di supervisione, in modo da preservare i benefici delle innovazioni finanziarie senza per questo aumentare i rischi». Di Mario Draghi, poi, il Wsj si limita a indicarne «la reputazione di cui è circondato negli ambienti finanziari internazionali», decisamente «superiore a quella dell’importanza che l’Italia ha nell’economia mondiale». Giancarlo Radice