varie, 19 aprile 2008
MOLAIOLI
MOLAIOLI Andrea Roma 12 novembre 1967. Regista. David di Donatello 2008 col film d’esordio La ragazza del lago (il film ne prese in tutto 10). «[…] Già aiuto regista di Mazzacurati, Luchetti, Moretti, il mestiere l’ha imparato bene. ”Erano anni che pensavo a un mio film - racconta - . L’idea giusta è arrivata dal romanzo di Karin Fossum, Lo sguardo di uno sconosciuto. Un giallo classico, di genere, carico di tensione, che però dissemina qua e là qualcosa di più: dettagli anomali, malesseri nascosti, segreti inconfessabili”. Che riguardano un paese dove tutti sono per bene e tutti potrebbero essere assassini. [...] Ci son voluti tre anni per trovare qualcuno che credesse in questa storia. Troppo cupa, diceva qualcuno. Altri non rispondevano neanche. Poi ho incontrato i produttori appassionati della Indigo. Un colpo di fortuna non così scontato. Si accusa il nostro cinema di essere troppo televisivo, ma appena esci dai cliché, da quel prodotto mediobasso così ambito, ecco che molte porte si chiudono. E allora, pur di girare il loro film, alcuni mettono in atto una sorta di ”autocensura preventiva’ visto che i nostri finanziatori principali sono le tv e quindi bisogna usare quello stesso linguaggio” [...]» (Giuseppina Manin, ”Corriere della Sera” 20/9/2007) • «Nei suoi primi quarant’anni Andrea Molaioli ha fatto con gusto e impegno una vita da mediano, come assistente e aiuto-regista di tanti bei nomi del nostro cinema [...] nessuna scuola di cinema alle spalle, due figli piccoli, ha iniziato a vent’anni con il serial tv I ragazzi della III C ed è arrivato silenziosamente al debutto nella regia con un piccolo giallo, La ragazza del lago, prodotto da sua moglie Francesca Cima con Nicola Giuliano. [...] improvvisamente, le luci si sono accese su di lui, incredulo e stazzonato: dieci premi David, mentre i suoi maestri Moretti e Mazzacurati restavano in platea ad applaudire. Un successo improvviso che quasi lo spaventa: ”Non vorrei diventare antipatico...”. Non gli piace essere dipinto come l’apprendista che bagna il naso ai suoi stregoni: ”Non voglio alimentare una rivalità tra me e Nanni, è stato un maestro straordinario e non dimentichiamo che ai David lui correva come attore, non come regista - minimizza -. Non credo di aver superato nessuno perché un film non fa testo, non vale una lunga carriera: Moretti o Mazzacurati restano dei punti di riferimento, non sono abituato a pensarmi al loro livello. Ne riparliamo fra qualche anno. [...] So di aver fatto un buon film ma ho anche avuto fortuna, perché ce n’è tanto bisogno. Bisogna uscire nel momento giusto, senza peraltro sapere quale sia; bisogna che tanti elementi si incastrino in maniera quasi magica come è accaduto a noi. La tentazione adesso è scappare, chiudere lasciando un buon ricordo [...”» (Raffaella Silipo, ”La Stampa” 21/4/2008).