Varie, 19 aprile 2008
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Federici Denny
• (Daniel Paul) Flemington (Stati Uniti) 23 gennaio 1950, New York (Stati Uniti) 17 aprile 2008. Tastierista. Della E Street Band di Bruce Springsteen. «[...] Nel 1999, durante il discorso per l’ingresso nella Hall of Fame nel quale ringraziava i suoi musicisti, gli si era rivolto così: ”Il tuo organo e la tua fisarmonica hanno fatto vivere la zona centrale e i sud del New Jersey nella mia musica”. E in altre dichiarazioni Bruce lo aveva indicato addirittura come ”pilastro” del suo sound. ”The phantom”, il fantasma appunto. Così era stato soprannominato per il suo carattere schivo e, leggenda racconta, per una fuga durante un rissa fra pubblico e poliziotti ai tempi degli Steel Mill. E così lo chiamava spesso anche Bruce, quando presentava la band durante i concerti. [...] aveva iniziato a suonare la fisarmonica a 8 anni dopo aver visto uno show in tv. Dopo aver partecipato a decine di feste a base di polka e musica folk aveva deciso di imparare l’organo per passare al rock. ”Mi aprì un mondo di nuove possibilità – ricordava ”. I miei compagni di liceo cominciarono a guardarmi in modo diverso. Non ero più un reietto”. Nel 1965 aveva fondato la sua prima band, gli Storytellers, con i quali aveva inciso anche un album. Qualche anno dopo l’incontro con Bruce e la formazione dei Child. Nel 1971, visto che esisteva già una band con quel nome, ecco gli Steel Mill nei quali entra anche Steve Van Zandt. Le strade fra Danny e Bruce si separano per qualche anno fino a quando, nel 1973, Springsteen lo richiama per il tour legato al suo disco di debutto Greetings from Asbury Park, N.J.. Danny entra nella squadra che verrà ribattezzata E Street Band come titolare fino alla separazione del 1989. E, ovviamente, ci rientra con la reunion definitiva del 1999. Nel suo curriculum anche due album strumentali come solista (Flemngton del 1997 e Out of a Dream del 2005) più vicini al jazz. Il suono del suo organo e della sua fisarmonica sono stati fondamentali soprattutto nei primi dischi, nell’album The Wild, the Innocent and the E Street Shuffle o in brani come Hungry Heart, mentre più di recente la sua presenza nei dischi era meno incisiva. Ma negli show da vivo, circa 1000 compresi gli esordi, il ”fantasma” c’era sempre» (Andrea Laffranchi, ”Corriere della Sera” 19/4/2008).