Libero Mercato 16 aprile 2008, Michela Ravalico, 16 aprile 2008
Marchionne come Reagan: neutralizzati i sindacati. Libero Mercato 16 aprile 2008 Per scavalcare il blocco delle merci a Pomigliano d’Arco, Fiat _ passata agli elicotteri
Marchionne come Reagan: neutralizzati i sindacati. Libero Mercato 16 aprile 2008 Per scavalcare il blocco delle merci a Pomigliano d’Arco, Fiat _ passata agli elicotteri. Le proteste e i picchetti dei 316 operai che non vogliono essere spostati nel polo di logistica fuori dalle mura dell’impianto napoletano stanno impedendo il regolare approvvigionamento dei materiali. Nell’ex stabilimento dell’Alfa Sud, infatti, lavorano anche Magneti Marelli, Ergom, Autostamp. Queste fabbriche satellite, tanto per fare un esempio, producono gli assali destinati all’impianto di Cassino per la Grande Punto; ma anche materiali per carrozzeria per l’assemblaggio dei furgoni nell’impianto abruzzese di Sevel, in Val di Sangro. Da venerd_, quando nove sigle sindacali hanno proclamato lo sciopero di otto ore contro la decisione di Fiat di esternalizzare il Wcl (world class logistic), la macchina produttiva si _ inceppata. Il gruppo di resistenti, che per_ non rappresenta la totalit_ dei lavoratori, ha organizzato una serie di picchetti ai varchi dell’ingresso delle merci, impedendo di fatto il funzionamento della fabbrica. La risposta, dura, di Torino non ha tardato ad arrivare. Luned_ pomeriggio il gruppo ha presentato alla Magistratura di Nola un ricorso ex articolo 700 del codice di procedura civile (procedure in via d’urgenza, ndr) per chiedere "che vengano messi in atto tutti gli interventi necessari per far cessare queste azioni illegittime nei contenuti e nelle forme". Immediata la risposta del giudice, che ieri ha fatto affiggere sui cancelli della Fiat Auto di Pomigliano una lettera di ingiunzione, dove si ordina ai manifestanti di "desistere dalla protesta". Il giudice ha anche fissato un’udienza con sindacati e dirigenti aziendali per discutere della questione il prossimo 8 maggio. L’ala dura del sindacato, per ora, non molla. "Continueremo ad oltranza la nostra protesta" ha minacciato il delegato Rsu della Fiom, Franco Percuoco. "Vogliamo che i lavoratori destinati al polo logistico di Nola, restino a Pomigliano". Il gioco, comunque, si sta facendo pesante. Il giudice, se non sar_ rispettata la richiesta di rimuovere i blocchi ai varchi, potrebbe spingersi ad inviare le forze dell’ordine. In tutto questo, tolti i 316 operai del Wcl che sono in prima fila negli atti di protesta, gli altri 4700 dipendenti del complesso di Pomigliano (operai Fiat pi_ indotto) non sono allineati coi sindacati. Anzi. Venerd_ lo sciopero _ stato s_ totale per otto ore, ma perch_ gli organizzatori hanno picchettato duramente gli ingressi e hanno impedito a chiunque l’accesso. Il giudice che ha emesso l’ordinanza, inoltre, _ in perfetta sintonia con Fiat e nell’ingiunzione scrive che "la condotta del blocco delle merci, consistente nell’illecito impedimento dei normali flussi di circolazione dei beni e materiali in entrata ed uscita dall’azienda, _ idonea a determinare un danno irreparabile all’impresa di natura non solo patrimoniale, ma anche in termini di lesione dell’immagine e discredito dei rapporti commerciali". Il clima _ da guerra civile, e c’_ chi, considerato il risultato politico che ha lasciato fuori dal Parlamento i partiti dell’estrema sinistra, teme un’escalation. "Se il sindacato molla ora, rischia di perdere qualunque potere. La situazione potrebbe incancrenirsi" spiega un attento conoscitore della storia di Fiat. Dal canto suo il Lingotto non si nasconde dietro un dito. "Il protrarsi di questa situazione potrebbe compromettere gli sforzi fatti finora per il rilancio industriale dello stabilimento Giambattista Vico e il suo futuro" ha scritto ieri il gruppo a chiare lettere nel comunicato stampa. Chiaro il messaggio, no? Michela Ravalico