Libero 16 aprile 2008, Laura Stinner, 16 aprile 2008
Vento, sole e biocarburanti. Libero 16 aprile 2008 Il petrolio è destinato a esaurirsi? Con buona pace degli sceicchi, l’oro nero fra qualche decennio (pochi) sarà solo un ricordo? Niente paura: ci sono le energie rinnovabili: il vento, il sole, l’energia idroelettrica e quella geotermica, i biocarburanti
Vento, sole e biocarburanti. Libero 16 aprile 2008 Il petrolio è destinato a esaurirsi? Con buona pace degli sceicchi, l’oro nero fra qualche decennio (pochi) sarà solo un ricordo? Niente paura: ci sono le energie rinnovabili: il vento, il sole, l’energia idroelettrica e quella geotermica, i biocarburanti. Sono doni della natura, costano poco o niente, soprattutto non sono inquinanti. Possiamo stare tranquilli, dunque? Purtroppo, non è così. Tutt’altro. Le energie rinnovabili sono costose, sono molto meno verdi di quanto si creda e, rispetto al petrolio e al gas o al carbone, hanno un rendimento infinitamente minore, ben lontano dal poter sostenere i futuri bisogni del pianeta. POTENZIALE COLOSSALE Certo, nei prossimi anni non ne potremo fare a meno, per sopperire almeno in parte alla sempre crescente carenza di combustibili fossili. Non per nulla negli Stati più lungimiranti, come la Germania, si stanno moltiplicando gli impianti per l’utilizzo delle fonti rinnovabili. Ma, a meno di un miracolo, per quanto numerosi e tecnicamente avanzati, non potranno risolvere i nostri problemi. Intendiamoci, se parliamo del sole, il suo potenziale è colossale. Basti pensare che l’energia che con i suoi raggi trasmette alla Terra in 40 minuti è pari al consumo energetico mondiale di un intero anno. Il Sole, in altre parole, ci fornisce una quantità d’energia 8.000 volte superiore a quella che consumiamo. Purtroppo non siamo in grado di utilizzarne che una quantità infinitesimale. Soprattutto per problemi di latitudine e di superficie. ovvio che non si può pensare di coprire di pannelli termici e fotovoltaici regioni che non godono durante l’anno di sufficiente esposizione ai raggi solari. Per potere fornire un rendimento accettabile, inoltre, questi impianti hanno bisogno di tanto spazio. stato fatto un calcolo secondo il quale se una centrale nucleare che produce 1,5 GW occupa una superficie di 10 ettari, per ottenere la stessa quantità di energia dal solare di ettari ne occorrerebbero circa 3.700. Inutile dire che per sfruttare come si deve i raggi del nostro astro, ideali sarebbero vaste distese come i deserti, che, se sono disponibili nel Nordafrica o negli Stati Uniti, mancano in Europa. Un altro problema dell’ener gia solare è costituito dall’irrego larità dell’irradiazione: nelle stagioni invernali infatti i raggi solari sono spesso assenti o decisamente flebili; di notte, inoltre, mancano. Sarebbe necessario immagazzinare l’energia ottenuta in eccesso durante i periodi buoni per poterla utilizzare in seguito. Finora, però, un sistema veramente efficace, in grado di assicurare perdite accettabili, non è stato trovato. Quello dell’intermittenza è un problema che riguarda anche l’energia eolica. Anche nelle zone climaticamente più adatte (che non sono tante), il vento non sempre c’è. Pure in questo caso il problema è quello di immagazzinare l’ener gia ottenuta nei periodi buoni. A proposito di spazio, prendendo sempre per esempio una centrale nucleare da 1,5 GW, un impianto eolico in grado di fornire la stessa quantità di energia richiederebbe una superficie di ben 18.700 ettari. Ma il record, quanto a superficie, è quello del terreno occorrente, sempre per la stessa quantità d’energia, per la coltivazione di colza, grano o altri cereali necessari per ottenere i biocarburanti: quasi 115.000 ettari. FORESTE IN PERICOLO Se oggi molte foreste sono in pericolo e il prezzo di pane e pasta è in continua ascesa, è proprio perché aree sempre più vaste sono utilizzate per la produzione di carburanti di origine vegetale. Nonostante tutto, sapete qual è oggi la quantità di energia ricavata dalle fonti rinnovabili? Eolico e solare assieme raggiungono appena l’1 per cento. Poco più del doppio del geotermico (0,4 per cento), sfruttato soprattutto in Islanda. Decisamente meglio si comporta il settore dei biocarburanti che - con tutti i problemi che comporta - raggiunge il 10,6 per cento. In quanto al comparto idroelettrico, si attesta al 2,2 per cento: soglia che, diversamente dalle altre fonti energetiche verdi, per ovvi motivi difficilmente in futuro potrà superare di molto. E arriviamo alle note più dolenti. Come rivela un servizio pubblicato sul mensile francese "Science&Vie", uno studio compiuto da una equipe di esperti di Global Chance, ente dalla solida reputazione di serietà, ha calcolato la quantità di CO2 prodotta durante i processi di lavorazione per ottenere i vari tipi di energia verde. Ebbene, il quadro finale non potrebbe essere più nero. Se è vero che per ogni Kwh prodotto una centrale idroelettrica emette solo 6 grammi di CO2, con l’eoli co si passa da 0,9 a 25 grammi, con i biocarburanti a 55 e con il solare fotovoltaico a 60 grammi. Nell’ultimo caso, si supera la soglia prodotta dal carbone. CEMENTERIE E ACCIAIERIE Com’è possibile? La spiegazione è semplice: dietro a ogni impianto eolico si nascondono almeno una cementeria e un’ac ciaieria necessarie per produrre i materiali di cui sono fatti. E queste fabbriche non sono per nulla "ecologiche". Dietro ogni pannello solare, c’è un impianto per produrre il silicio; impianto che quasi sempre è cinese ed è alimentato dal carbone. E così si potrebbe continuare. Non è tutt’oro, insomma, quel che luccica. Fermo restando che oggi è una pazzia dire no al nucleare, nonostante i problemi che può comportare, la speranza è che la tecnologia possa rendere in futuro le energie verdi veramente verdi, più efficienti e meno costose. Ma è davvero una grande scommessa, se si pensa che su un pianeta dove saremo presto 9 miliardi, la fame d’energia non fa che crescere: secondo l’AIE, l’agenzia internazionale del settore, entro il 2030 per far fronte alla richiesta ne dovremmo produrre il 60 per cento in più di oggi. Contemporaneamente, per salvaguardare il nostro Pianeta, dovremmo ridurre almeno di un quarto le emissioni di CO2. Come faremo? Laura Stinner