La Repubblica 16 aprile 2008, ETTORE LIVINI, 16 aprile 2008
Un commissariamento "soft" per lanciare la cordata italiana. La Repubblica 16 aprile 2008 Legge Marzano
Un commissariamento "soft" per lanciare la cordata italiana. La Repubblica 16 aprile 2008 Legge Marzano. Una squadra affiatata di manager per assistere il Commissario e un gruppo di investitori finanziari (più qualche esperto di settore) pronti a investire un miliardo di euro per rilanciare Alitalia con un nuovo piano industriale. Incassata la vittoria elettorale del Popolo delle libertà, la cordata tricolore per la compagnia di bandiera, forte dell´appoggio del nuovo Governo, inizia a prendere forma sotto la regia di Bruno Ermolli. L´ipotesi Air France – salvo sorprese dell´ultima ora – sembra destinata a sfumare. Parigi non intende rivedere il suo piano (soprattutto su Malpensa) e la crociata per l´italianità che ha regalato a Silvio Berlusconi un importante dividendo elettorale impone a questo punto di trovare soluzioni alternative. Il percorso e i tempi però – vista la situazione finanziaria di Alitalia e il no della Ue a nuovi aiuti – sono molto stretti. Lo stesso Ermolli non si fa illusioni e ritiene ormai quasi inevitabile il passaggio della compagnia attraverso la Marzano per avviare la ristrutturazione e la vendita. L´operazione però è piena di rischi. Se una compagnia si ferma solo per un paio di giorni o va in amministrazione straordinaria senza avere garanzie finanziarie di rilancio il rischio di crac (come ha ricordato il numero uno della Iata Luigi Bisignani) è dietro l´angolo. Si bloccherebbero le prenotazioni e i noleggiatori di aerei ritirerebbero i jet in affitto alla Magliana. Il super advisor di Silvio Berlusconi sta così lavorando a una Marzano "pilotata". Prima uscirebbe allo scoperto un pool di investitori (per lo più finanziari, senza AirOne e nemmeno – pare – i grandi nomi citati al Cavaliere) con un assegno da un miliardo pronto. Quindi Alitalia verrebbe affidata a una procedura concorsuale a più teste, con un commissario affiancato da una serie di manager di settore in grado di garantire la necessaria continuità del servizio. A quel punto – con l´ausilio dei nuovi potenziali partner – verrebbe messo sul piatto un nuovo piano industriale che partirebbe dalla situazione attuale (l´unico hub a Fiumicino) per varare un ricambio della flotta con aerei più nuovi e più piccoli e un rilancio all´insegna dell´italianità. La palla quindi passerebbe ai sindacati, a quel punto con le spalle al muro, per la sigla di un patto di produttività in grado di rendere compatibile le spese con la realtà di questa nuova Alitalia. Le attività di volo verrebbero scorporate del tutto da Az Servizi di cui a quel punto dovrebbero farsi carico altre realtà pubbliche, pena il fallimento. Alla fine di questo iter la cordata italiana potrebbe sottoscrivere un aumento di capitale e cercare dalle banche i soldi per completare il turnaround. E Malpensa? Anche Ermolli sa che al momento il rilancio dell´hub è quasi impraticabile con Alitalia. E quindi ci sono due alternative. O si lascia il campo libero a Air One, che sta studiando forti investimenti sullo scalo milanese, o si mette un nuovo vettore in condizioni di fare dell´aeroporto lombardo il suo hub. In pole position ci sarebbe Lufthansa che qualcuno vorrebbe coinvolgere in un secondo tempo in un´alleanza più articolata anche con la nuova proprietà di Alitalia. ETTORE LIVINI