La Repubblica 16 aprile 2008, Vittorio Zucconi, 16 aprile 2008
L’America del Papa. La Repubblica 16 aprile 2008 Fu ai piedi delle Montagne Rocciose, dove l´oceano della Prateria si arresta contro gli scogli della barriera continentale, che Karol Wojtyla conobbe la frontiera del cristianesimo americano, quella marea che da quattro secoli fluisce e rifluisce inarrestabile in questo "libero mercato" di Dio
L’America del Papa. La Repubblica 16 aprile 2008 Fu ai piedi delle Montagne Rocciose, dove l´oceano della Prateria si arresta contro gli scogli della barriera continentale, che Karol Wojtyla conobbe la frontiera del cristianesimo americano, quella marea che da quattro secoli fluisce e rifluisce inarrestabile in questo "libero mercato" di Dio. Era il 1993 e ben pochi, oltre i segreti delle diocesi e del Vaticano, immaginavano in quella apoteosi di 200 mila giovani accorsi nelle spianate di Denver per osannare Giovanni Paolo II, che quindici anni più tardi il suo successore Benedetto XVI sarebbe sbarcato in un cattolicesimo americano squassato al proprio interno da dissensi e vergogne, assediato dalla concorrenza di una cristianità fondamentalista e ideologizzata che spinge alle porte con la forza della predicazione, della spregiudicatezza e del danaro. Competere con Wojtyla, su un palcoscenico come l´America dove tutto, dalla politica alla fede alla guerra, viene sempre letto come uno spettacolo, sarebbe impossibile. Il suo itinerario, tracciato con prudenza fra stadi sportivi dove si predica ai convertiti e incontri di vertice preconfezionati, dimostra che Joseph Ratzinger ha capito che sarebbe stato un errore ripercorrere il viaggio di chi trovava nella folla il momento supremo del proprio apostolato. Come mi ricordò Bill Clinton con invidia, nei giorni del funerale di Giovanni Paolo a Roma, nessuno sapeva «work a crowd», disse nel gergo della politica e dello spettacolo, «lavorare una folla, sedurla, farla propria», come lui. Dal primo incontro con Ronald e Nancy Reagan, all´apoteosi nella Giornata della Gioventù in Colorado, il rapporto fra l´America e il Papa polacco fu un crescendo di reciproca scoperta, in proporzione inversa al tramontare della condizione fisica. Nella cattedrale di St. Louis, la città del Missouri dedicata a un "Re Santo" di Francia, Giovanni Paolo strappò al governatore la vita di un giustiziando, a poche ore dall´esecuzione. Ma in quella stessa città rimase memorabile la sua freddezza formale nei confronti proprio del presidente in carica, Clinton, e della moglie, Hillary, paladini inflessibili del diritto di aborto. Wojtyla, alla fine del proprio papato, andava a cercarsi gli angoli bui di un cattolicesimo americano che sta radicalmente cambiando, e sta diventando non più una religione ereditaria, come fu per irlandesi, italiani, tedeschi, latinoamericani, ma è ormai una religione per scelta, come le altre, e non irreversibile. La metà di quei 235 milioni di americani che si dichiarano cristiani cambierà la propria appartenenza religiosa durante la vita, una fluidità che somiglia a uno shopping della fede. Per questo, Giovanni Paolo II usciva dalle aree sicure, si sforzava di giocare in trasferta, di stanare le pecorelle vaganti. Andò nella cattedrale di Newark, una delle città più tormentate dove – ce lo ricordò ancora lo stesso Clinton che lo attendeva ai piedi dell´altare maggiore – fece due giri attorno alla chiesa per farsi aspettare, apparendo nella luce del grande portale d´ingresso «come una rock star», tra un pubblico impazzito. «Se non fosse stato il Papa – ricordava sempre Clinton, che è formalmente protestante metodista – si sarebbe fermato a firmare autografi». Non potrebbe mai, Joseph Ratzinger, né lo vorrebbe, cancellare o superare quel ricordo. La Chiesa che Benedetto XVI sfiorerà, racchiusa nel recinto dei due stadi di baseball a New York e Washington, è una organizzazione che conta 67 milioni di appartenenti in 19 mila parrocchie condotte da sempre meno sacerdoti sempre più anziani, affidate a diaconi e diaconesse laici, frequentate da un "gregge" che riesce sempre più difficile distinguere, nei comportamenti, da coloro che si proclamano genericamente cristiani. Le ricerche demografiche dicono che le coppie sposate in chiesa divorziano esattamente come le altre, che le donne cattoliche fanno sesso pre ed extramatrimoniale, usano anticoncezionali e abortiscono esattamente quanto le non cattoliche, e soltanto il 55% dei cattolici nominali praticano davvero la religione che professano. L´America cattolica che attende Ratzinger è un´America che rimbalza di crisi in crisi, la più acuta delle quali è la difficoltà del sistema di educazione cattolica, come scrive il settimanale diocesano Il visitatore della domenica, disertato dopo la scoperta della pedofilia. Mille di quelle 19 mila parrocchie chiuderanno, per mancanza di sacerdoti e di frequentatori, entro il decennio. Quattromila di esse resteranno senza un parroco, perché dal 1975 a oggi il numero dei preti consacrati negli Usa è crollato del 41%, praticamente dimezzato. Per un Papa che vuole recintare i confini della propria chiesa, l´America del «libero mercato di Dio» pone un problema anche più acuto della secolarizzazione dell´Europa. Anche oltre la tragedia della pedofilia, che è costata in termini morali più cara dei 2 miliardi pagati finora in danni, o della concorrenza quotidiana di evangelici, pentecostali, battisti, mormoni, teleprofeti che reclutano con pieno diritto e grande successo tra gli immigrati dall´America Centrale e gremiscono le loro «mega church» da 20 mila posti, è la irrequietezza dei 67 milioni di cattolici americani a preoccupare questo Vaticano. Sono quelle suore, e quelle diaconesse, che si chiedono sempre più numerose, perché alle donne sia proibita l´ordinazione sacerdotale, perché il matrimonio sia proibito ai religiosi, e l´omosessualità sia formalmente aborrita. Al Pontefice romano saranno risparmiate le ansie da Turchi alla porte di Bisanzio, in una nazione dove meno dell´uno per cento è musulmano, ma non l´angoscia della progressiva diluizione della cattolicità nell´oceano della cristianità "fai da te", dove neppure il richiamo alle battaglie antiabortiste riesce più a tagliare di netto l´opinione pubblica, in questo anno elettorale dove i "valori" hanno lasciato il posto all´incubo della recessione. Tredici anni or sono, quando uscì dalla cattedrale di St. Patrick a Manhattan, Giovanni Paolo si volle buttare tra la folla, scatenando il terrore fra le porpore al seguito e le grida entusiastiche della gente che si ripeteva, come di fronte a un miracolo: «Cammina! Cammina!». Il miracolo che la Chiesa americana chiede a Benedetto XVI sarà quello di ridarle morale, prima che moralità, in questo libero e stordente supermarket di Dio. Vittorio Zucconi