La Repubblica 16 aprile 2008, MARIO CALABRESI, 16 aprile 2008
L’America del Papa. La Repubblica 16 aprile 2008 Agli angoli della Quinta Strada, davanti alla cattedrale di Saint Patrick, hanno già preso posizione gli agenti speciali della polizia di New York, il Papa sabato farà qui il suo bagno di folla
L’America del Papa. La Repubblica 16 aprile 2008 Agli angoli della Quinta Strada, davanti alla cattedrale di Saint Patrick, hanno già preso posizione gli agenti speciali della polizia di New York, il Papa sabato farà qui il suo bagno di folla. Cinquanta metri più in là, al Rockefeller Center, mentre una dozzina di operai smontano la pista di pattinaggio sul ghiaccio, il commesso dominicano della goielleria Louis Martin sta cercando di vendere la penultima statua di Benedetto XVI. di porcellana, alta 30 centimetri, prodotta in Spagna per commemmorare la visita americana: «Ne sono rimaste solo due, quella con il rosario che vendiamo a 720 dollari e quella con le mani giunte che costa solo 550. Guardi quanto è fatta bene - si entusiasma - e come sono belli i mocassini rossi. La prenda subito che domani non ce ne saranno più». Un cattolico americano su quattro ha un rosario in casa, il sessanta per cento ha un´immagine della Madonna, da questa settimana la maggior parte di loro avrà anche un gadget di Benedetto XVI. In un Paese dove le case sono ancora piene di statuette di Elvis Presley, dove le magliette con la faccia e il logo di Obama sono introvabili, dove tutto è «commerciabile», perfino le tragedie come l´11 settembre o i serial killer che hanno prodotto tonnellate di memorabilia, ora è il turno del Pontefice. Potrebbe sembrare blasfemo l´accostamento, ma questa mescolanza tra sacro e profano è una delle anime profonde degli Stati Uniti ed è il segnale dell´attenzione e dell´attesa per la visita del Papa. Magliette con la scritta «I love the Pope», orsetti con la maglietta con il messaggio scelto per gli americani: «Cristo è la nostra speranza», adesivi per la macchina e medagliette. I gadget si vendono ovunque, ma quelli ufficiali si trovano solo sul sito popevisit2008.com: comprando il cappellino da baseball a 18 dollari, il magnete per il frigo o la tazza per il caffè a 8 dollari e il rosario a 19 e 95, si aiuteranno le diocesi di New York e Washington a pagare le spese della visita. Almeno sei milioni di dollari, per la sicurezza, i trasporti, l´acqua, i panini e l´affitto degli stadi. C´è chi si scandalizza come Melissa Burgio, 33 anni di Powhatan County in Virginia, che domani andrà alla messa a Washington e sbotta: «Vendere i souvenir del Papa è il consumismo nella sua forma peggiore e mi stupisco che lo faccia la nostra diocesi». Ma la diocesi si difende spiegando di averlo fatto proprio per non usare i soldi delle parrocchie e così ha dato vita ad una fondazione che è riuscita già a raccogliere metà del denaro necessario. Per i restanti tre milioni si spera nella «Papa-mania». Anche Melissa, che porterà con se la figlia Victoria di 12 anni, ammette però che alla fine comprerà qualcosa: « il mondo in cui viviamo». «Io conservo ancora i gadget della visita di Giovanni Paolo II del 1995 - racconta Joseph Zwilling, portavoce della diocesi di New York - e sono sicuro che le persone vogliono oggetti da conservare per tutta la vita in ricordo di questo viaggio». Dai tempi del Papa polacco però le cose sono molto cambiate, soprattutto grazie a internet: non solo è aumentata la varietà di prodotti offerti, ma ogni cosa che viene messa in vendita va immediatamente a ruba. Completamente esaurita la statuetta di plastica, fatta come quelle dei giocatori di baseball, con la testa che si muove: costava 12 dollari e 95 ed è diventata una ricercata rarità. Che il viaggio abbia caratteri di eccezionalità lo raccontano innanzitutto i particolari: George W. Bush ieri sera è andato alla base militare di Andrews, in Maryland, per attendere Benedetto XVI sotto la scaletta dell´aereo. Non era mai accaduto, il presidente degli Stati Uniti aspetta gli ospiti alla Casa Bianca, sono loro che vanno da lui, non lui che va a prenderli all´aeroporto. Alla cerimonia ufficiale di benvenuto che si terrà questa mattina ci saranno 12mila persone. un record assoluto, per la regina Elisabetta erano state la metà, mentre alla cena offerta nella East Room della Casa Bianca per celebrare anche il compleanno di Ratzinger (oggi compie 81 anni) il menù abbandonerà la tradizione texana e sarà completamente bavarese. «Il Papa - ha detto Bush per spiegare il trattamento di assoluto favore - rappresenta milioni di persone, non viene qui come politico ma come uomo di fede, e io volevo onorare il fatto che nella vita esistono cose giuste e cose sbagliate e che il relativismo morale può mettere in pericolo la capacità della nostra società di essere libera». Alla cattedrale di Saint Patrick rispettano questa impostazione austera e rigorosa e vendono solo il segnalibro papale a 4 dollari e la medaglia commemorativa con incisa l´immagine del Pontefice a 70 dollari. Ma su internet la molto meno sacra «Colonia del Papa» è venduta per 30 dollari. Il profumo è prodotto in Ohio ed è stato inventato da un medico californiano che sostiene di averlo creato usando una formula segreta che apparteneva a Pio IX. C´è perfino lo skateboard ufficiale del Papa, lo ha disegnato Krystal Melendez, una ragazzina di 12 anni del quartiere ispanico di Washington Heights, che ha vinto il concorso organizzato dalla diocesi di New York per premiare la migliore tavola a quattro ruote con i colori vaticani. Il premio per la prima classificata, che ha battuto 76 coetanei tra gli undici e i diciotto anni, sono tre biglietti per entrare all´incontro di Benedetto XVI con un gruppo di giovani a Yonkers - a nord di Manhattan - dove presenterà il suo skateboard al Papa. Ma il vero simbolo di questa visita è la sagoma di cartone a dimensione naturale con il Papa che saluta. Saltare per colpire la mano del Papa, per «battere il cinque» come fanno i giocatori di pallacanestro, è diventato il gioco preferito dei ragazzini cattolici di New York e Washington, ed è il vero segnale che Benedetto XVI è entrato nella grande famiglia dei personaggi americani. MARIO CALABRESI