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 2008  aprile 16 Mercoledì calendario

Il Papa sbarca negli Usa «Mai più preti pedofili». Corriere della Sera 16 aprile 2008 «Grande sofferenza» e «profonda vergogna » per la Chiesa «e per me personalmente»

Il Papa sbarca negli Usa «Mai più preti pedofili». Corriere della Sera 16 aprile 2008 «Grande sofferenza» e «profonda vergogna » per la Chiesa «e per me personalmente». Con il tono pacato di sempre Benedetto XVI dice parole severe e drammatiche sullo scandalo dei preti pedofili parlando con i giornalisti sul B77 dell’Alitalia che lo porta da Roma a Washington. Con espressioni altrettanto ferme dichiara poi la linea «tolleranza zero» che fu varata, su suo consiglio, sotto Papa Wojtyla: «Noi escluderemo nella maniera più assoluta i pedofili dal sacro ministero ». L’aereo è appena decollato da Fiumicino quando il Papa saluta i 65 giornalisti che viaggiano con lui. Parte la prima domanda sulla «chiesa sofferente » degli Usa a motivo degli abusi sessuali dei preti sui minori a loro affidati: «Davvero ciò che è successo rappresenta una grande sofferenza per la chiesa negli Stati Uniti, per la chiesa in generale e per me personalmente». Dice con il sentimento di un uomo o di un cristiano comune: « difficile per me comprendere come sia stato possibile che questi preti abbiano tradito in questo modo la loro missione ». Ma ecco subito il pronunciamento papale: «Noi proviamo profonda vergogna e faremo tutto il possibile perché questi fatti non possano più accadere in futuro». Ricorda le severe norme canoniche che furono adottate nel 2002 in reazione allo scandalo: «Noi ora abbiamo delle regole appropriate per contrastare nel giusto modo il fenomeno ». A scanso di polemiche fuorvianti chiarisce che non se la sta prendendo con i gay, che siano preti o no: «Sto parlando ora della pedofilia e non dell’omosessualità, che è un’altra cosa». Così riassume la tolleranza zero: «I pedofili sono assolutamente incompatibili con il sacerdozio. Chi si rende responsabile di atti di pedofilia non può essere prete». Si tratta poi di «fare giustizia» e di «aiutare le vittime che sono state così profondamente colpite », di «aiutarle in ogni modo possibile». Bisogna fare in modo di «guarire, assistere e riconciliare». Il Papa teologo vorrebbe assicurare tutti – sia i cattolici turbati da questi fatti, sia l’opinione pubblica più in generale – che «si è fatto, si fa e si farà tutto quanto è possibile per guarire questa ferita». Per essere convincente fornisce dettagli pratici: sono state fatte «visite apostoliche nei seminari» e si sono adottati criteri di «discernimento » per fare in modo che «solo le persone sane possano essere ammesse al sacerdozio ». Conclude con un motto di buon senso: « importante avere buoni preti piuttosto che avere molti preti». Il Papa è arrivato all’aeroporto della Andrews Air Force Base di Washington alle 16 quando in Italia erano le 22. Poco prima, a bordo dell’aereo, ha parlato degli Stati Uniti come di un «modello di laicità positiva». Ai piedi della scaletta Benedetto XVI ha ricevuto il benvenuto personale del presidente George W. Bush e della first Lady Laura. Oggi Bush e signora gli offriranno alla Casa Bianca un ricevimento con 5.000 invitati, festeggiando così anche il compleanno di Ratzinger, che compie 81 anni. Nonostante le difficoltà di rapporti in materia di guerra all’Iraq e in Medio Oriente, il presidente e il Papa si considerano alleati nel campo dei principi morali da affermare nella vita pubblica. La rassicurazione Il Papa ha assicurato che «si è fatto e si farà tutto quanto è possibile per guarire questa ferita» Luigi Accattoli