Corriere Economia 14 aprile 2008, M. MUCC., 14 aprile 2008
Zuccoli: «Con 20 miliardi faremo quattro centrali». Corriere Economia 14 aprile 2008 Il ritorno al nucleare Giuliano Zuccoli l’aveva proposto nel 2007, quando era ancora presidente dell’Aem di Milano
Zuccoli: «Con 20 miliardi faremo quattro centrali». Corriere Economia 14 aprile 2008 Il ritorno al nucleare Giuliano Zuccoli l’aveva proposto nel 2007, quando era ancora presidente dell’Aem di Milano. Lo rilancia adesso che è presidente del consiglio di gestione di A2A e del consiglio di amministrazione di Edison. Ingegner Zuccoli, ma c’è un progetto concreto? «Non ancora. La fondazione Energy Lab, alla quale partecipano la Regione Lombardia, le fondazioni Aem ed Edison e le 5 università milanesi, sta elaborando uno studio che suggerisca le procedure, la quantità di energia da produrre, i siti, il modello di gestione. Sarà pronto in 3-5 mesi e lo daremo al governo». Parla a nome di A2A e di Edison? «Le due società non hanno ancora preso decisioni formali. Parlo come ingegner Zuccoli». Quando avremo il primo chilowattora del nuovo nucleare? «Oggi in Italia servono 24 autorizzazioni che impegnano almeno 5-6 anni prima di aprire il cantiere. Dovremmo concentrarle in 2 o 3 passaggi sui modelli americano e francese così da dimezzare i tempi. Poi in 4-5 anni si costruisce». In Finlandia, paese nucleare senza pentimenti, l’unico che sta costruendo una nuova centrale in Europa assieme alla Francia, ce ne sono voluti 12 che diventeranno 14, causa problemi tecnologici. «Nel mondo c’è una nuova consapevolezza dell’utilità economica e ambientale del nucleare e questa ridurrà i tempi. La Finlandia poi ha adottato un reattore nuovo, l’Epr. Paga lo scotto del prototipo. Noi non dovremmo». Quanto nucleare servirà? «Premesso che considero il nucleare una tecnologia di transizione per i prossimi 30 anni, direi un quarto del fabbisogno nazionale : 80 miliardi di chilowattora fatti da 3-4 centrali di 10 mila megawatt in totale». Dove pensa si possano costruire le nuove centrali nucleari? «Sono decisioni da condividere con le comunità locali e il governo. Sulla carta sarebbe più facile usare i siti già testati. Montalto di Castro dell’Enel e poi i siti della Sogin: Latina, Caorso e forse anche Trino Vercellese se lì la portata del Po sarà giudicata sufficiente al raffreddamento di impianti di grandi dimensioni». Quanto costerebbero 10 mila megawatt di nucleare? «Diciamo 20 miliardi di euro». Chi farebbe l’investimento? «Un consorzio di produttori e, perché no, di grandi consumatori, facendo tesoro delle esperienze svizzere e finlandesi». Chi potrebbe formarlo? «Chi è già forte nella produzione: Enel, A2A, Edison, E.On Italia, ma anche altri che fossero interessati». la fine della concorrenza . «Limitatamente alla quota di energia di fonte nucleare ci sarebbe collaborazione anziché competizione. D’altra parte, realizzare una centrale ciascuno verrebbe a costare il 20% in più, dunque non si può. Se invece fosse l’Enel a fare tutto da sola, gli altri rischierebbero di trovarsi fuori mercato». Chi gestirebbe gli impianti? «Il soggetto dov’è rimasta la maggior competenza, e dunque meglio in grado di rapportarsi alle agenzie internazionali, è l’Enel». Non è la Sogin che ha ereditato l’atomo? « Ma non gestisce centrali . Ne cura la chiusura». Il gestore sceglierebbe anche il reattore? «No. Dovrebbe essere il consorzio, dopo aver messo i fornitori in concorrenza e pretendendo comunque il trasferimento tecnologico per reintegrare l’Italia nella filiera industriale del nucleare». Come funziona il consorzio? «I soci ritirerebbero l’energia al costo per l’autoconsumo o per rivenderla ai prezzi di mercato». Quanto costa un megawattora nucleare e uno «normale»? «Oggi, tutto compreso, 40 euro l’uno, 80 l’altro». Se il prezzo del gas crollasse? «Non credo avverrà. Ma se avvenisse, il resto della produzione avrebbe un beneficio che compenserebbe. Il nucleare funziona come un derivato di protezione: ti fa guadagnare in caso di rialzo, perdi se i prezzi dei combustibili alternativi vanno sotto la soglia di equilibrio, ma sai prima su che prezzi stai». Il nucleare comporta rischi economici rilevanti sul lunghissimo periodo. Ve li prendete tutti voi o chiederete l’intervento dello Stato. «Posto che trattamento delle scorie e decommissioning delle centrali a fine corsa toccherebbero alla Sogin, che ha le necessarie competenze e che verrebbe pagata dal consorzio, tutti gli altri rischi ce li assumeremmo noi. Tranne il rischio catastrofico sul quale credo serva un supplemento di riflessione». M. MUCC.