La Stampa 14 aprile 2008, Lucia Annunziata, 14 aprile 2008
Lettera. Kenya, i due ex nemici governano insieme. La Stampa 14 aprile 2008 In attesa di votare in questa domenica di sole
Lettera. Kenya, i due ex nemici governano insieme. La Stampa 14 aprile 2008 In attesa di votare in questa domenica di sole... Non si preoccupi Annunziata, so che c’è il silenzio elettorale e non parlerò dell’Italia. Una grandissima coalizione, anzi addirittura un governo totalmente bipartisan, con una perfetta spartizione 50/50 di posti viene approvata, e non è l’Europa e nemmeno quella dell’Est, né gli Usa. Trattasi dell’Africa, meglio, del Kenya, ricordate quel Paese dove a dicembre scoppiò la guerra civile? Ora i duellanti di allora, il Presidente e l’aspirante Presidente, fanno un governo insieme a nome del Paese, della sua libertà e della sua ripresa economica. Il Kenya, dico: capace di mettere fine a una guerra civile in pochi mesi, e fare un governo nazionale. Che ci sia sempre una speranza? CARLO JOVINE, NAPOLI Ah, ah! Battuta un po’ scontata ma vera. Il Kenya ha stupito tutti raggiungendo ieri un nuovo governo di coalizione composto in maniera (quasi) perfettamente equilibrata fra il vecchio presidente Mwai Kibaki, che rimane al suo posto, e il leader dell’opposizione Raila Odinga, che diviene primo ministro. Effettivamente, un accordo che ha del miracoloso, e non solo per noi ma forse ancora di più per l’Africa stessa: poche crisi di questo continente sono partite con tale violenza e si sono risolte con tale velocità e tale risultato. Il 27 dicembre - come si ricorderà, dal momento che sui Tg la crisi di quel bellissimo e amatissimo (dagli italiani) Paese tenne banco - un grave conflitto venne innescato dalle elezioni presidenziali: Odinga, capo dell’opposizione, accusò Kibaki, presidente in carica, d’aver fatto brogli per essere rieletto. Ne seguirono settimane di guerra civile, con 1500 morti e 600 mila profughi. Per mesi il Kenya sembrò cadere nel destino di conflitti interni come molti Paesi africani. Invece proprio ieri, domenica, è stato annunciato l’accordo fra ex nemici. Sono forse i kenioti più ragionevoli di altri? In realtà la vittoria non è tanto della ragione, quanto della pressione internazionale e della solita passione per il potere (molto diffusa nel mondo, Africa inclusa). L’accordo è stato raggiunto grazie all’intervento dell’ex segretario dell’Onu Kofi Annan, che ha portato in Kenya tutta la forza di grandi potenze mondiali, preoccupate dell’escalation delle crisi africane. C’è poi l’accordo in sé, che ha portato a una perfetta spartizione delle cariche e delle risorse del governo: 40 nomine «cencellinate», inclusi due vicepremier per partito: uno è Uhuru Kenyatta, figlio di Jomo Kenyatta, il primo Presidente del Kenya. Reggerà la pace? Vedremo. Molti sono scettici. Intanto, però, l’impegno del nuovo esecutivo è ambizioso: nel giro di un anno approvare una nuova Costituzione, che riscriva il diritto di tutto il popolo del Kenya alla terra e ad altre risorse nazionali. Lucia Annunziata