La Repubblica 14 aprile 2008, FRANCESCA CAFERRI, 14 aprile 2008
L´Europa scopre che casto è bello il boom della moda per islamiche. La Repubblica 14 aprile 2008 Da bambina Ahiida Zanetti amava lo sport: poi è cresciuta e ha messo da parte i sogni di gloria sui campi per una spinta ancora più forte, quella la portava verso la moda
L´Europa scopre che casto è bello il boom della moda per islamiche. La Repubblica 14 aprile 2008 Da bambina Ahiida Zanetti amava lo sport: poi è cresciuta e ha messo da parte i sogni di gloria sui campi per una spinta ancora più forte, quella la portava verso la moda. Mai e poi mai, confessa, avrebbe immaginato che le due passioni si sarebbero unite, ma a quel momento manca ormai davvero poco: Ahiida Zanetti sarà infatti una delle protagoniste della sfilata di apertura delle Olimpiadi di Pechino. Sotto i riflettori che gli stilisti di tutto il mondo si contendono, un´atleta del Bahrein sfilerà con una tuta sportiva velata appositamente creata per lei dalla stilista libanese-australiana. E c´è da giurare che non passerà inosservata: « un´enorme soddisfazione per me e per tutte le donne musulmane che a lungo hanno dovuto rinunciare a fare sport perché non trovavano i capi adatti da indossare», racconta al telefono dal suo studio di Sidney. Ahiida è una degli esponenti più in vista di un filone che, da un paio d´anni, sta prendendo piede con vigore in tutti i paesi occidentali. I giornali lo chiamano muslimchic o islamcool; di fatto è una moda pensata e realizzata per le musulmane che non vogliono rinunciare alle loro tradizioni ma sono stanche di avvolgersi in capi senza forma e dai colori spenti. Per loro lo scorso anno Ahiida ha creato il "burqini", un costume da bagno integrale che si indossa come una tuta e ha un cappuccio incorporato per coprire la testa: « un prodotto di alta qualità - spiega - che permette alle donne di muoversi in acqua senza impaccio e nello stesso tempo di restare coperte». Nato come un´esigenza personale - Ahiida è musulmana e indossa il velo - il burqini è stato lanciato sul mercato australiano come una scommessa ma ha avuto talmente tanto successo che oggi gli ordini più numerosi - a migliaia, dicono nell´ufficio vendite - arrivano non solo dall´Australia ma via web dagli Stati Uniti e dall´Europa. E che la stilista si appresta a lanciare un´intera collezione sportiva, sfruttando anche la pubblicità gratuita che arriverà da Pechino. Quello di Ahiida Zanetti e del burqini non è un caso isolato: «Per molte donne musulmane, religione, moda e politica non sono incompatibili ma intimamente collegate e l´abbigliamento serve a ricordarlo», spiegano Emma Tarlo e Annelies Moors, autrici di un studio sull´evoluzione della moda nelle comunità musulmana. L´unione di questi tre concetti che fa sì che negli ultimi anni nei paesi occidentali - grazie all´aumento degli immigrati ma anche, e soprattutto, alla generazione degli immigrati di seconda generazione - la richiesta di prodotti che soddisfino queste esigenze si sia ampliata, a fronte di un´offerta che, soprattutto in Europa, resta ancora debole. «Mi sono avvicinato a questo settore da profano», racconta da Udine Giorgio Lotta, creatore di Al Quds, una marca di jeans pensata per i musulmani che pregano molte volte al giorno e quindi disegnata con un ginocchio largo che consente di piegarsi senza impedimenti. «Ma quando siamo arrivati sul mercato e la notizia si è sparsa, il sito è stato preso d´assalto da migliaia di persone da tutto il mondo. Allora ho capito di aver intercettato un segmento di mercato finora totalmente ignorato». Nei paesi del Nord Europa da qualche tempo le grande catene di moda pronta stanno cercando di non perdere il treno: marchi come H&M e Mango presentano sui loro manichini anche veli e camice ampie. Con le stesse caratteristiche trendy del resto della collezione: «Le ragazze che sono interessate a questo tipo di moda non sono strane, né straniere - spiega Natasa Heydra, direttore creativo di MSLM, un magazine di moda per ragazze musulmane nato lo scorso anno in Olanda - sono come noi, hanno un guardaroba non tanto diverso da quello delle altre. Usano gli stessi vestiti, ma stanno attente ad avere gambe e testa coperte: questo si può fare anche indossando abiti che seguono la moda, e noi lo abbiamo dimostrato». In Europa MSLM, lanciato lo scorso anno come un numero unico ma, visto il successo, destinato a proseguire, ha gettato un sasso nello stagno: il giornale - che richiama in alcuni aspetti l´americano Muslim girl, sul mercato già da tempo - è stato così richiesto che alla fine è stato messo in vendita su Amazon. Sulla copertina del numero pilota una ragazza in fuseaux argentati e scarpe da ginnastica mostra una felpa rosa che in molte, dopo l´uscita della rivista, hanno chiesto di poter acquistare: all´interno le foto di mani e piedi decorate con l´hennè non hanno nulla da invidiare ai servizi di molti giornali di moda. La mostra di abiti abbinata al lancio del giornale viaggerà presto verso i paesi del Golfo. «Per mesi qui in Olanda i media si sono concentrati sui problemi negativi legati all´immigrazione - conclude Nous Faes, redattrice di MSLM - la nostra idea era mostrarne il lato più allegro e modaiolo. Se ci siamo riuscite è perché abbiamo intercettato una realtà che esiste, non certo perché l´abbiamo creata noi». FRANCESCA CAFERRI