varie, 16 aprile 2008
ALESSANDRI
ALESSANDRI Angelo Reggio Emilia 29 settembre 1969. Politico. Leghista (segretario dell’Emilia Romagna). Nel 2006 e 2008 eletto alla Camera • «Toccava appena i 18 anni, o forse non faceva neanche i 17. La prima volta era a scuola. Aveva scritto una lettera a un basco. Poi a due irlandesi. Sognava le lotte di liberazione. Ma da queste parti, dove i campi non finiscono mai, e il fiume scorre placido e lento, se non sogni qualche liberazione non sei normale. Aveva cominciato così. Era diventato della Lega per lettera. Qualcuno gli dava pure del màtt. Angelo Alessandri era andato a Milano col papà e avevano parlato tanto dell’Irlanda. Poi s’era avvicinato a un banchetto vicino al Duomo e aveva preso la tessera. La Lega dalle sue parti non c’era ancora. Era il 1988. Angelo è nato il 29 settembre del 1969, lo stesso giorno di Berlusconi. Non lo stesso anno. [...] quando aveva cominciato gli toglievano il lavoro, appena sapevano che era della Lega: ”Avevo una piccola impresa che faceva i muri e perdevo le commesse. Sei leghista? Ma va là”. Non c’era uno della Lega a cercarlo con il lanternino. [...] Quando aveva 16 anni lavorava alla radio della parrocchia, Radio Dimensione di Guastalla, dei frati francescani. Il suo direttore, Antonio Lecci, ricorda che aveva una trasmissione, la ”dedidisco”, e parlava in dialetto, mischiando l’emiliano col lombardo, e si divertiva a storpiare tutti i nomi: ”i Duran Duran li chiamava i du rane du rane, John Taylor diventava John Tailleur, Simon Le Bon, le bombolon. Aveva un mucchio di successo. Ha lavorato con noi 3 anni”. Poi si buttò sulla Lega, e rischiò di perdere tutti gli amici, anche quelli del bar Campanone, come racconta ancora Lecci, perché gli davano del matto e dicevano che era un bauscia. Lui, niente, e avanti: prima consigliere comunale a Luzzara, dopo a Guastalla, e su su, fino e entrare in Parlamento e dal 2005 presidente della Lega. La prima volta che era candidato in Emilia, non trovavano nemmeno quelli da mettere in lista. [...]» (Pierangelo Sapegno, ”La Stampa” 16/4/2008).