varie, 14 aprile 2008
ZANON Silvio
ZANON Silvio Venezia 12 novembre 1966. Baritono • «Ha iniziato come venditore ambulante di souvenir, è diventato un baritono di successo richiesto nei teatri lirici di tutto il mondo. Assomiglia a una bella favola a lieto fine la storia di Silvio Zanon [...] che [...] è riuscito a coronare il sogno più grande: esordire alla Scala di Milano nel Tabarro di Giacomo Puccini, diretto da Riccardo Chailly con la regia di Luca Ronconi. E pensare che fino a pochi anni fa [...] la musica la sentiva soltanto alla radio e non l’aveva mai studiata. Anzi, sopportava a stento le opere ascoltate dal padre con il vecchio giradischi. Negli anni Novanta la sua vita sembrava ormai incanalata in tutt’altra direzione, dietro una bancarella, a due passi dalla stazione di Santa Lucia, a vendere cianfrusaglie made in China ai gruppi di turisti in arrivo a Venezia. La svolta arriva per caso, dopo aver visto in tv il concerto di Luciano Pavarotti, Placido Domingo e José Carreras a Caracalla: da quel momento nasce in lui la passione per la lirica. Un inizio da dilettante, canticchiando qualche aria famosa tra la vendita di un souvenir e l’altro. Una in particolare lo affascina: “E lucean le stelle”, dalla Tosca di Puccini. “La cantavo sempre, anche quando ero al lavoro [...] La gente mi prendeva come punto di riferimento quando dava indicazioni ai passanti: vada dritto e quando trova uno che canta giri a sinistra. Io ero contento, non mi dava fastidio che gli altri mi considerassero una specie di macchietta”. Un giorno davanti alla sua bancarella passa un corista della Fenice: “Ma cosa fai qui con quella voce?”. Zanon inizialmente non ci fa troppo caso, non si fida: “Avevo paura che mi volesse buggerare” confida. Ma il corista non si arrese e alla fine riuscì a convincerlo: “Mi fece improvvisare un’aria celebre al telefono da un bar con il baritono Silvano Carroli, che poi mi concesse un’audizione al Filarmonico di Verona. Quindi cominciai le lezioni con il maestro Giuseppe Scandola e Maria Del Fante”. Dopo qualche mese Zanon capisce che non può conciliare lo studio della musica con la bancarella e decide di vendere tutto. “Ti xe mato. Sei matto, continuarono a ripetermi i miei genitori e mio fratello gondoliere” ricorda divertito. “Nessuno riusciva a capire perché avessi lasciato un lavoro sicuro per quella che consideravano una stranezza. Oggi sono i miei maggiori sostenitori”. Per mantenere moglie e figlio Zanon inizia a cantare in gondola: 40-45 canzoni al giorno, il repertorio classico da “batela”, ma anche arie d’opera. In città diventa richiestissimo proprio per questo, finendo sulla copertina di qualche rivista. “Una grande scuola” assicura. L’Aga Khan lo invita a cantare sul suo yacht; poi iniziano le prime recite in giro per l’Italia. “Lavoravo per circuiti minori, anche 10-12 opere in 15 giorni. Una bellissima esperienza” prosegue. “Ma ai provini importanti mi guardavano con sospetto: si chiedevano come mai così avanti con l’età e con una voce così bella fossi ancora lì. E mi scartavano”. A lanciarlo finalmente, nel 2004, è Marcello Lippi, direttore artistico a Rovigo: “Ero andato ad accompagnare un amico a un provino e, dopo aver duettato con lui nella Forza del destino, mi fece debuttare a Maribor, poi a Livorno, a Savona”. Per Zanon è il momento del successo: il Liceu di Barcellona, la Deutsche Oper di Berlino, il Giappone per quattro tournée. Viene chiamato a inaugurare un teatro in Kazakhstan con Tosca. All’Opera festival di Bassano, nel 2005, incontra il soprano Chiara Angella, da allora inseparabile compagna di lavoro e di vita. [...]» (Gianluca Amadori, “Panorama” 17/4/2008).