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 2008  aprile 13 Domenica calendario

"Pavimenti che si muovono e niente leoni". La Repubblica 13 aprile 2008 Tra i suoi 35mila concorrenti non mancano mai le stravaganze: stavolta ci sarà uno studente di medicina londinese che intende palleggiare con una palla da basket per l´intero percorso, una ragazza di Birmingham che vuole giungere al traguardo sui trampoli, oltre a un tizio dalla lunga barba bianca che, a 101 anni d´età, spera di battere il record come più anziano partecipante (ma gli organizzatori non sono convinti dai documenti che attestano la sua data di nascita)

"Pavimenti che si muovono e niente leoni". La Repubblica 13 aprile 2008 Tra i suoi 35mila concorrenti non mancano mai le stravaganze: stavolta ci sarà uno studente di medicina londinese che intende palleggiare con una palla da basket per l´intero percorso, una ragazza di Birmingham che vuole giungere al traguardo sui trampoli, oltre a un tizio dalla lunga barba bianca che, a 101 anni d´età, spera di battere il record come più anziano partecipante (ma gli organizzatori non sono convinti dai documenti che attestano la sua data di nascita). Ma la curiosità più singolare della maratona di Londra, che si tiene oggi dai sobborghi a sud del Tamigi fino al Big Ben, attraversando in 42 chilometri tutta la capitale, sono sicuramente sei guerrieri Masai, arrivati una settimana fa dalla Tanzania, che correranno nel costume tradizionale del loro villaggio, inclusi scudo e lance. Invitati da una ong inglese, puntano a raccogliere fondi di beneficenza per costruire un pozzo nel villaggio, portando per la prima volta acqua potabile agli abitanti. Essendo la prima volta in assoluto che i sei, il cui titolo di "guerriero" significa che hanno ucciso almeno un leone ciascuno, escono dalla Tanzania, la missione ha assunto anche il carattere di una reciproca scoperta culturale. Meglio la savana o la giungla d´asfalto? Con l´aiuto di un cronista del Guardian, uno dei sei Masai, Isaya, ha tenuto un diario della sua esperienza, pubblicato ieri dal quotidiano britannico. Eccone un estratto. L´aeroporto. «L´aereo era grande e spaventoso, ho chiuso gli occhi. A Heathrow era difficile camminare perché ogni tanto il pavimento si muoveva. Cammini e di colpo, whooosh, è difficile salire e scendere, ma quando ci sei sopra si sta bene». La corsa. «Gli anziani del villaggio hanno detto che possiamo correre la maratona perché siamo abituati a correre, corriamo sempre, per uccidere i leoni, per difendere la mandria. Delle volte corro due o tre giorni di seguito dietro alle mie vacche, per proteggerle dai leoni». Il cibo. «Mi mancano molto la carne e il sangue. Non mi manca la verdura, perché è un cibo da donne. C´è latte qui ma il sangue è meglio, perché ti dà energia. Il tè inglese con zucchero è buono, ma il cibo migliore che abbiamo provato sono i croissant». Gli animali. «Volevo vedere le mucche perché sono animali molto importanti per noi. Ma le vostre sono piccole. I cavalli sono come delle zebre con strani piedi di metallo. Abbiamo cavalcato un cavallo per la prima volta. stupefacente che la gente possa parlare ai cavalli e dire loro dove andare e loro ci vanno». Il tempo. «Il tempo è strano qui. Dalla finestra sembra caldo ma quando vai fuori è molto freddo». Il bagno. «Ci avevano avvertito sulla doccia, in un libricino che ci hanno dato alla partenza. C´era scritto di stare attenti, quando la doccia è calda è davvero calda, e quando è fredda, davvero fredda. Questo è vero». La gente. «Tutti sono amichevoli e sorridenti in Inghilterra. Anche noi Masai siamo così. La differenza è che qui sono bianchi. E anche che qui la gente dipende dai soldi. A casa nostra il cibo non si compra». I giornalisti. «Ci fanno sempre le stesse domande. Perché abbiamo questi strani sandali, poi sul sangue, sui leoni. A Trafalgar Square ci hanno chiesto cosa pensiamo del leone di bronzo. Che posso dire? Non è un vero leone. Non mi secca che ci trovino interessanti, ma non siamo qui per fare uno show, per esibirci». Buckingham Palace: «Tutti hanno fotografato noi, non le guardie e i cavalli. Speravamo di vedere la Regina, ma non si è fatta vedere». La maratona. «Forse la faremo in quattro ore, non molto veloce, perché danzeremo e canteremo lungo il percorso. Non berremo acqua: prima di partire mangiamo e via. Non penso che sarà difficile per noi, siamo allenati a correre e poi abbiamo scarpe molto confortevoli, fatte con copertoni d´automobile. Siamo felici che con questa corsa faremo avere un pozzo d´acqua al villaggio. Finora mandavamo i bambini ogni mattina a prendere acqua in uno stagno che condividiamo con animali selvatici, ed è pericoloso per loro. Alcuni hanno perso la vita». Londra e l´Africa. «Preferisco il mio villaggio in Tanzania a questa città. La vita è più naturale senza tutti questi edifici». ENRICO FRANCESCHINI