Marco Politi, la Repubblica 8/4/2008., 8 aprile 2008
Il cuore di Wojtyla in Polonia. la Repubblica, martedì 8 aprile Città del Vaticano. I polacchi vogliono in patria il cuore di Wojtyla
Il cuore di Wojtyla in Polonia. la Repubblica, martedì 8 aprile Città del Vaticano. I polacchi vogliono in patria il cuore di Wojtyla. Sognano di seppellirlo nel castello dei re a Cracovia. A tre anni dalla morte papa Karol in Polonia è più presente che mai. Per i polacchi è un’icona. tutto. Pontefice, re, liberatore, simbolo religioso e culmine della storia della nazione. E allora il cuore deve riposare in terra polacca. Quel cuore pulsante, che ha sorretto Wojtyla fino all’ultimo, quel cuore che per la Polonia rappresenta anche la forza di risorgere dalla cappa della Cortina di ferro. Il segnale - in vista della beatificazione che in Polonia è attesa entro l’anno - è stato lanciato da vescovo Tadeusz Pieronek. Un personaggio importante. E’ stato segretario della Conferenza episcopale polacca, quindi buon conoscitore dell’atmosfera della Curia romana, e soprattutto è stato presidente del tribunale diocesano di Cracovia, che l’anno scorso ha concluso la prima tappa del processo di beatificazione. Con garbo curiale monsignor Pieronek ha affermato che "non è escluso" che dopo la cerimonia di beatificazione il cuore di Giovanni Paolo II venga inumato, quale reliquia, nella città dove è stato arcivescovo e cardinale: Cracovia. La dichiarazione di Pieronek è stata rilanciata dal sito dell’influente settimanale Wprost. Gli ha fatto eco dalle collonne dell’agenzia dell’episcopato polacco Kai, il portavoce del cardinale Dziwisz a Cracovia. "Dopo l’elevazione all’onore degli altari del servo di Dio Giovanni Paolo II - ha detto il portavoce don Robert Necek - Cracovia sicuramente riceverà reliquie di Giovanni Paolo II". Per doveroso rispetto nei confronti di papa Ratzinger, cui spetta la decisione, Necek ha ricordato che le reliquie possono essere diverse, non necessariamente parti del corpo di un santo. Al limite, anche un oggetto appartenuto alla persona venerata. Ma è chiaro che i polacchi non intendono accontentarsi di un souvenir. Lo stesso portavoce della diocesi di Cracovia, dopo essersi cautelato, ha ammesso: "E’ logico che Cracovia, da cui è partito Giovanni Paolo II, riceva sue reliquie e forse sarà perfino una reliquia relativa a qualche frammento del corpo". Roma deciderà. Ma la Polonia ha una tradizione tutta sua di "smembramento" dei suoi eroi nazionali. Qualcosa che ricorda gli antichi sacrifici pre-cristiani, quando il celebrante tagliava la vittima sacra in pezzi e ne porgeva un parte a ciascuno dei partecipanti al rito. Smembrato per amore della nazione è stato il grande musicista romantico Federico Chopin, che nell’Ottocento ha trasfigurato in musica le disperate rivolte dei Polacchi per la conquista della libertà. Il suo cuore - Wojtyla lo sapeva bene - è sepolto nella chiesa della Santa Croce a Varsavia, mentre il suo corpo è tumulato a Parigi. Identico destino è toccato al maresciallo Pilsudski, guida di ferro della Polonia tra le due guerre: il cuore sta a Vilnius nel cimitero della madre e il corpo nella cappella reale del castello Wawel di Cracovia. La stessa cappella, pantheon di re polacchi dove Wojtyla celebrò la prima messa da sacerdote, è destinata ad accogliere il suo cuore o la reliquia che Benedetto XVI deciderà. Se ne parlava già, quando ancora Giovanni Paolo II era vivo. Se ne è riparlato con insistenza quando è morto. Perché nel suo testamento del 6 marzo 1979 Wojtyla chiede espressamente che il luogo di sepoltura sia deciso insieme dal collegio cardinalizio e dai "connazionali". Tre anni dopo specifica chi sono i connazionali: il metropolita di Cracovia (oggi il cardinale Dziwisz) o il Consiglio dell’episcopato. Sei anni dopo precisa che il collegio cardinalizio non ha l’"obbligo", ma fa capire che gli piacerebbe una decisione in qualche modo condivisa con i suoi compatrioti. E c’è anche una disposizione nettissima: seppellirlo nella nuda terra. Senza sarcofagi trionfalistici. Un suo trasferimento nella basilica vaticana, in una tomba monumentale, Wojtyla non lo voleva affatto. Marco Politi