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 2008  aprile 08 Martedì calendario

Verso l’insolvenza? Libero Mercato 8 aprile 2008 Spauracchio commissariamento. I giorni passano e i consigli di amministrazione di Air France e Alitalia si scambiano il testimone a 24 ore di distanza l’uno dall’altro

Verso l’insolvenza? Libero Mercato 8 aprile 2008 Spauracchio commissariamento. I giorni passano e i consigli di amministrazione di Air France e Alitalia si scambiano il testimone a 24 ore di distanza l’uno dall’altro. Ma con il trascorrere delle ore si fa sempre più concreta l’ipotesi del ”fallimento”. Del resto se i francesi dovessero abbandonare la partita e nessuna offerta concreta dovesse palesarsi (nè Lufthansa, nè la cordata italiana) il cda di Alitalia potrebbe chiedere l’ammissione a una procedura di amministrazione straordinaria a prescindere dai calcoli sulla liquidità che il gruppo ha ancora in pancia. In questo caso la gestione dell’impresa passerebbe ad un commissario straordinario (come successe con Enrico Bondi in Parmalat) che dovrebbe gestire il gruppo e ricollocarlo sul mercato, dividendo poi il ricavato fra i creditori. Alitalia, quindi conserverebbe il marchio e gli slot aeroportuali, in attesa di trovare un nuovo proprietario. Ma tra Parmalat e Alitalia le similitudini sono davvero poche. La differenza principale sta infatti nel business industriale. Mentre il gruppo di Collecchio generava attivo, Alitalia moltiplica le perdite ogni giorno che passa. "Alitalia - spiega Lorenzo Stanghellini, professore di diritto commerciale al’Università di Firenze - spende ogni giorno più di quello che guadagna. Per portare avanti l’attività sarebbe quindi necessario un prestito ponte. Ma è difficile che un investitore impieghi il suo denaro in un’operazione ad alto rischio, mentre lo Stato non può farlo perché la Commissione europea non darebbe mai il via libera". E quindi? Cosa resta da fare? "Solo le banche potrebbero finanziare questa differenza avendo poi diritto a essere ripagate prima e a preferenza rispetto a tutti i debiti già esistenti. Come succede negli Stati Uniti, dove le linee aeree eccessivamente indebitate entrano in Chapter 11 e continuano a volare grazie ai nuovi finanziamenti, preferiti a quelli precedenti". Ma non finisce qui. L’altra questione riguarda infatti i tagli? Cosa succederebbe con il commissariamento? "Lo scenario più probabile - continua Stanghellini - prevede una drastica riduzione dei voli, limitati a quelli che producono flussi di cassa positivi, con molti lavoratori lasciati a casa (una prima stima parla di circa 7 mila tagli ndr)". Bond e azioni Parmalat, invece, insegna sugli azionisti. Nonostante il processo di risanamento del gruppo agroalimentare possa essere considerato un caso di grande successo, i detentori delle azioni della vecchia Parmalat hanno chiuso con un pugno di mosche in mano. "Il patrimonio di Alitalia - spiega Stanghellini - andrebbe preventivamente a rimborsare i creditori privilegiati e chirografari e solo dopo toccherebbe agli azionisti". E anche per i bondholder (chirografari), circa 200 milioni di Mengozzi bond per il 63% in mano allo Stato, Stanghellini vede nero. "Nel caso Parmalat la società è stata risanata e poi quotata in Borsa, con la conversione delle obbligazioni in titoli della nuova società. Ma l’azienda di Collecchio aveva flussi di cassa positivi che hanno facilitato questo processo. Alitalia, invece, ha un passivo minore, ma perdite operative maggiori. In pratica: se si trasformassero i debiti di Alitalia in azioni, come successo con Parmalat, i suoi creditori avrebbero comunque un’impresa che perde distruggendo, quindi, anche il capitale dei creditori. Da ricordare, inoltre, che quasi tutti gli aerei della compagnia di bandiera sono soggetti a ipoteca, mentre la parte restante è in leasing". Il ricorso Sea L’ultimo punto riguarda il ricorso della Sea, la società di gestione aeroportuale degli scali lombardi, che ha chiesto ad Alitalia un risarcimento da 1,25 miliardi euro per il taglio dei voli su Malpensa. Che fine farebbe? Stanghellini non ha dubbi: "si interromperebbe". La Sea così diventerebbe creditrice di Alitalia per un credito che nasce dalla violazione del contratto. "Sarebbe - conclude - un creditore chirografario alla stregua degli stessi obbligazionisti". Tobia De Stefano