Bjørn Lomborg, L’ambientalista scettico, Mondadori 2001., 10 aprile 2008
L’ambientalista scettico. Capitolo XII: Risorse non energetiche Non c’è preoccupazione soltanto per l’esaurimento delle fonti energetiche, ma anche per un gran numero di altri materiali non rinnovabili
L’ambientalista scettico. Capitolo XII: Risorse non energetiche Non c’è preoccupazione soltanto per l’esaurimento delle fonti energetiche, ma anche per un gran numero di altri materiali non rinnovabili. E il timore di dar fondo alle risorse è sempre esistito: nell’antichità ci si preoccupava per l’esaurimento del rame e dello stagno. Il bestseller del 1972 I limiti dello sviluppo ha ripreso le ansie del passato, sostenendo che la maggior parte delle risorse sarebbero presto scomparse: l’oro nel 1981, l’argento e il mercurio nel 1985 e lo zinco nel 1990 Nel 1980 l’economista Julian Simon si dichiarò pronto a scommettere 10.000 dollari che il prezzo di una qualsiasi materia, a scelta della controparte, sarebbe diminuito nell’arco dell’anno successivo. Gli ambientalisti Ehrlich, Harte e Holdren, tutti della Stanford University, accettarono la sfida e puntarono sull’aumento del prezzo di un paniere costituito da cromo, rame, nichel, stagno e tungsteno, proponendo un arco di tempo di dieci anni per la verifica. Nel settembre del 1990 era diminuito non solo il prezzo complessivo del paniere scelto dai tre ambientalisti, ma anche quello di ogni singolo materiale: il cromo era calato del 5% e lo stagno addirittura del 74%. Avrebbero perso anche scommettendo sul prezzo di petrolio, generi alimentari, zucchero, caffè, cotone, lana, minerali o fosfati. Cemento. Ogni anno si spendono per il cemento 111 miliardi di dollari, pari al 34% della spesa totale per le materie prime. Si tratta di un legante chimico composto da calcare mescolato a sabbia o ghiaia. E’ la base dell’edilizia moderna ed è il materiale per costruzioni più usato al mondo. Sebbene ogni anno vengano utilizzati oltre 1,5 miliardi di tonnellate di cemento, i materiali necessari per prepararlo sono disponibili in molte parti del mondo in quantità pressoché illimitate. Alluminio. All’alluminio è imputabile il 12% della spesa per le materie prime. E’ stato scoperto nel 1827 ed essendo molto difficile da estrarre era molto costoso, tanto che Napoleone III aveva forchette e cucchiai di alluminio realizzati apposta per lui e per gli ospiti di riguardo. I visitatori di minor rango dovevano accontentarsi di posate d’oro. Nonostante la produzione e il consumo siano aumentati più di 3 mila volte dall’inizio del XX secolo, il prezzo si è ridotto di otto noni. L’alluminio costituisce l’8,2% della crosta terrestre ed è, dopo il silicio, l’elemento più abbondante. Si è calcolato che le riserve oggi conosciute saranno sufficienti per altri 276 anni, al tasso di consumo corrente. Ferro. Per il ferro ogni anno vengono spesi circa 31 miliardi di dollari, ovvero circa l’11% della cifra totale per le materie prime. E’ utilizzato da sempre perché molto diffuso (costituisce il 5,6% della crosta terrestre), facile da prendere, semplice da fondere e modellare, resistente al degrado e all’usura. Oggi più di due terzi di tutto il ferro utilizzato sono impiegati per la produzione dell’acciaio. Anche se il consumo è aumentato nel corso del XX secolo, non c’è stato un corrispondente aumento del prezzo. Nonostante l’abbondanza, la paura di un rapido esaurimento è stata ricorrente. Andrew Carnegie, pioniere della siderurgia americana, riteneva che fosse imminente già nel 1908, quando dichiarò: "Ormai da molti anni assisto con preoccupazione alla costante riduzione delle nostre scorte di minerale di ferro. E’ allarmante apprendere che le riserve di minerali ricchi, un tempo ritenute abbondanti, dureranno a malapena lo spazio della generazione attuale e che per gli anni successivi di questo secolo rimarranno solo minerali poveri. Il mio giudizio di uomo pratico e abituato a occuparsi di quei fattori materiali che sono alla base della prosperità nazionale è che sia tempo di cominciare a pensare al domani". Ma grazie ai progressi della tecnologia oggi è possibile sfruttare minerali d’estrazione contenente appena il 30-40% di ferro. Nel 1957 il Geological Survey americano aveva calcolato che le risorse mondiali di ferro ammontavano a 25 miliardi di tonnellate: da allora ne sono state utilizzate già 35. Rame. La spesa annuale per il rame, che costituisce l’8% delle materie prime utilizzate, supera i 26 miliardi di dollari. Questo materiale non è abbondante come l’alluminio e il ferro e costituisce appena lo 0,0058% della superficie terrestre. Sebbene tale quantità sia sufficiente per 83 milioni di anni di consumo, in realtà l’uomo non sarà mai in grado di estrarla tutta. E’ importante osservare che la parte più significativa delle risorse di rame non è localizzata nella crosta terrestre, ma nel fondo degli oceani: raccogliendola, le risorse di rame potrebbero ammontare a più di un miliardo di tonnellate. Quanto basta per almeno un secolo. Oro e argento. Sono i metalli preziosi più conosciuti. L’oro è durevole e resistente, tanto che l’85% di quello estratto dall’inizio della storia è probabilmente ancora in uso. Si stima che la quantità totale di oro estratta in tutto il mondo fino a oggi sia di 100 mila tonnellate, corrispondenti a un cubo di appena 17 metri di lato. Circa 35 mila tonnellate compongono le riserve ufficiali detenute dalle banche centrali; il resto appartiene a privati cittadini sotto forma di lingotti, monete e gioielli. Poi ci sono le risorse che sono fondamentali per la produzione di derrate alimentari: azoto, fosforo e potassio. Oggi circa il 6% della spesa totale per le materie prime è destinata all’azoto, indispensabile nell’agricoltura. Nessuna di queste sembra essere sul punto di finire. Esaminando i dati precedenti, è chiaro che non si corre alcun pericolo di esaurire le materie prime. Studi condotti alla fine degli anni 80 hanno preso in considerazione 47 elementi impiegati nella produzione di materiali a elevato contenuto tecnologico e sono giunti alla conclusione che solo 11 sembrano disporre di risorse potenzialmente insufficienti (tantalio, mercurio, cadmio, tallio, oro, argento, bismuto, indio, stagno, arsenico, bario). Dal 1988, tuttavia, le riserve di tutti questi elementi, a eccezione di tre (tantalio, mercurio e cadmio), sono aumentate. Il tantalio è utilizzato in campo aerospaziale. La diminuzione delle riserve di mercurio è provocata soprattutto dal fatto che se ne usa una quantità inferiore: rispetto al 1971, il consumo si è ridotto a meno di un terzo e manca quindi l’interesse commerciale a cercare nuove risorse. Il cadmio è usato soprattutto per la produzione di batterie ricaricabili e la sostituzione di questo metallo, in caso di esaurimento, non presenta difficoltà particolari. Perché le risorse non si esauriscono? Le motivazioni sono le stesse che valgono per petrolio, gas e carbone. Innanzitutto le riserve conosciute non sono le sole esistenti: è possibile, e succede di continuo, che vengano trovati nuovi depositi. Quando si scoprono pochi depositi nuovi si deve sempre tener presente che la ricerca costa: indagini e nuovi impianti di estrazione vengono avviati quando effettivamente servono, cioè poco prima dell’esaurimento dei depositi noti. In secondo luogo le tecniche di estrazione e di sfruttamento diventano sempre più efficienti, così come quelle di costruzione. Oggi un’automobile è costruita con la metà del metallo utilizzato nel 1970. Le fibre ottiche sono in grado di trasmettere lo stesso numero di telefonate per le quali venti anni fa servivano 625 fili di rame. E la qualità del segnale è pure migliorata. I giornali possono essere stampati su fogli di carta sempre più sottile. L’acciaio è diventato più resistente e dunque ne occorre di meno per costruire ad esempio un ponte. Gli utensili durano di più e non è necessario cambiarli spesso. In terzo luogo, i metalli possono essere riciclati e in questo modo le riserve ”aumentano”. Oggi viene riciclato circa un terzo della produzione globale di acciaio, il 25-30% dell’alluminio, il 25% del nichel, addirittura il 45-50% di argento e piombo, ecc. L’aumento dell’efficienza accompagnato dal riciclaggio trasforma una risorsa da limitata a inesauribile. Se la domanda di una materia prima di cui rimangono 100 anni di consumo aumenta dell’1% all’anno, ma il riciclaggio e/o l’efficienza del 2%, il materiale non si esaurirà mai.