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 2008  aprile 08 Martedì calendario

Nonsolo Ronaldinho: quei «giganti nani» di Belem. L’Unità 8 aprile 2008  la squadra più piccola del mondo, in tutti i sensi

Nonsolo Ronaldinho: quei «giganti nani» di Belem. L’Unità 8 aprile 2008  la squadra più piccola del mondo, in tutti i sensi. E chi ne ha scelto il nome, con voluta ironia, ha calcato la mano sul potere antifrastico delle parole: Gigante do Norte. A comporla sono uomini di piccola statura; quelli che in termini spicci vengono chiamati «nani», e che seguendo le aberrazioni del «politically correct» si vedono qualificare come «verticalmente svantaggiati». Succede in Brasile, a Belem, capitale dello stato nordestino di Parà. qui che, nei mesi scorsi, un gruppo di piccoli-grandi uomini ha deciso di fondare una squadra di calcio. Per vincere l’emarginazione e il pregiudizio, e provare a fare le stesse cose dei cosiddetti «normali». Così è nata la Gigante do Norte, squadra formata da 19 giocatori che portano sulla casacca i nomi di calciatori brasiliani professionisti. Il 21enne Casimiro Ribeiro Leal, 119 centimetri in altezza e stella della squadra, si fa chiamare Vagner Love; altri hanno scelto i nomi di Robinho, Paulo Nunes, Mineiro. A prendere in carico la guida tecnica dei «Giganti» ha provveduto Carlos «Cabo» Lucena. Che di mestiere fa l’allenatore del Tuna Luso Brasileira, gloriosa squadra belenense (fu fondata nel 1903) che attualmente milita in serie C. Oltre che esserne l’allenatore, «Cabo» Lucena è anche uno dei fondatori della Gigante do Norte e crede fermamente in quello che considera «un progetto di integrazione sociale». Intervistato lo scorso dicembre dal "Diario do Parà", egli ha neutralizzato ogni tentazione retorica usando parole di disarmante semplicità: «I giocatori della Gigante do Norte sono persone normali. Hanno gambe, braccia, e tutte le altre condizioni che li rendono adatti a giocare a calcio. Non vedo per quale motivo non dovrebbero farlo». Infatti i «Giganti» lo fanno, e anche bene. Nella partita d’esordio, disputata contro una rappresentativa di portatori di handicap della città di Bragança hanno vinto 8-1 destando stupore e non poca commozione fra i 3.000 spettatori. Un’altra vittoria (3-2) è giunta al termine della partita contro gli Under 13 del Tuna Luso. E intanto che le gare contro squadre giovanili si succedono, il sogno dei Giganti è quello di giocare in uno stadio grande, al cospetto di un «vero» pubblico da match di campionato o coppa. verso questo obiettivo che adesso convergono gli sforzi di Lucena e dei dirigenti del Tuna Luso. Che pur in un momento di profonda crisi tecnica e finanziaria del club non hanno voluto mettere in secondo piano una sfida di così alto valore sociale e civile. La loro richiesta di far giocare una partita dei Giganti prima del calcio d’inizio della gara di Copa do Brasil fra Tuna Luso e Curitiba, messa in calendario per lo scorso 13 febbraio, è stata bocciata dalla federcalcio brasiliana. Ma certo il primo passo è stato fatto, e in circostanze del genere anche un «no» è buono a spostare un po’ in avanti il senso comune. Perché adesso i Giganti sono in campo, e nessuno potrà fingere che essi e i loro diritti non esistano. Pippo Russo