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 2008  aprile 10 Giovedì calendario

BOCCUZZI

BOCCUZZI Antonio Torino 27 luglio 1973. Operaio. Della Thyssen Krupp, lo stabilimento torinese in cui un incendio divampato la notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 costò la vita a 7 operai (fu l’unico sopravvissuto della squadra vittima della tragedia). Nel 2008 eletto alla Camera col Pd. «Ha sfidato la ThyssenKrupp, rivelando il mancato rispetto delle norme di sicurezza. Ha sfidato i fischi di migliaia di colleghi ai vertici sindacali nazionali, ottenendo - lui soltanto - un silenzio di piombo e un mare di applausi al termine del corteo in difesa dei colleghi morti nel rogo del 6 dicembre [...] Ha guidato i suoi colleghi raccontando in televisione e ai giornali l’importanza delle tute blu nell’economia del Paese. Eccolo il ritratto del candidato operaio che tanto piace al segretario del Pd, Walter Veltroni. Antonio Boccuzzi [...] un diploma da perito elettronico, due anni di Giurisprudenza e 13 in fabbrica gli ultimi 6 dei quali come delegato Uilm delle Rsu - è l’unico sopravvissuto all’inferno della Thyssen. Il suo volto bruciacchiato ha fatto il giro del mondo [...]» (Grazia Longo, ”La Stampa” 7/4/2008). «’Antonio Boccuzzi sa benissimo che lo stanno sfruttando. Ma gli va bene così, perché tra alzarsi alle 5 di mattina per andare in fabbrica e sedere in Parlamento c’è una bella differenza”. Luigi Santino [...] e Gianluca Donadio [...] sono il fratello e il cugino di Bruno, una delle sette vittime del rogo della ThyssenKrupp. E sono operai nella stessa fabbrica maledetta. Per questo, ancor più che per il lutto che la loro vita grida da ogni angolo (sui cuscini del divano o col nome del morto tatuato sul braccio) la loro rabbia contro i due ex compagni di lavoro candidati alle elezioni, Boccuzzi alla guida della lista Pd, Ciro Argentino per la Sinistra Arcobaleno, pesa come un macigno. [...] ”Quando ho letto che Boccuzzi si candidava sono rimasto sbalordito – racconta Luigi ”. Proprio perché lo conosco bene, era il capo della Uilm in fabbrica, uno simpatico per bere una birra ma al quale non mi sarebbe mai venuto in mente di chiedere un parere politico. Vederlo ora così, in giacca e cravatta che sorride in tv, mi fa rabbia. Lo usano, perché la sua faccia si è vista dappertutto dopo la tragedia, e lui si fa usare [...] Non è vero che l’idea di candidare Boccuzzi è stata condivisa dalle famiglie – insistono Luigi e Gianluca ”. Magari qualcuno sarà anche d’accordo, ma in generale non ci è piaciuta molto... [...]”» (Vera Schiavazzi, ”Corriere della Sera” 10/4/2008).