Stefano Lorenzetto, Quattroruote, aprile 2008, 10 aprile 2008
Quattroruote aprile 2008 Aprile, andiamo, è tempo di votare. I leader dei partiti si candidano "alla guida del Paese"
Quattroruote aprile 2008 Aprile, andiamo, è tempo di votare. I leader dei partiti si candidano "alla guida del Paese". Peccato che sovente i politici siano quelle persone che si mettono alla guida degli altri non sapendo da che parte andare. Io penso che sarebbe già tanto se si candidassero alla guida della loro auto. Qual è stata l’ultima volta che l’hanno fatto? S’imparano molte cose, di una nazione, stando al volante. Intendiamoci: al volante in senso letterale, in mezzo al traffico. Non librati in aria a bordo di un elicottero o accomodati su un pullman allestito per la campagna elettorale con divani, frigobar, telefoni, computer e postazioni Internet, peggio ancora appisolati nella camera da letto ricavata in fondo alla corriera propagandistica. In Italia ci sono 35 milioni di patentati. Quello degli automobilisti è in assoluto il primo partito. Pesa quanto maggioranza e opposizione fuse insieme. La coalizione che vinse le elezioni nell’aprile di due anni fa valeva il 45% in meno: 19.001.684 voti. Eppure il partito dei patentati non conta nulla, nella considerazione delle forze politiche. Avranno mai provato, coloro che si candidano "alla guida del Paese", a fare un pieno di benzina? Ne dubito. Se si fossero fermati anche una sola volta in un’area di servizio, poi sarebbero corsi in Parlamento a ridurre accise e imposte che concorrono a formare il 70% del prezzo pagato dagli automobilisti all’atto del rifornimento. Inveterata abitudine: la inaugurò Benito Mussolini nel 1935 con un balzello di 1,90 lire il litro per finanziare la guerra d’Abissinia. Poi sarebbero venute le 14 lire per la crisi di Suez nel 1956, le 10 lire per il disastro del Vajont nel 1963, le 10 lire per l’alluvione di Firenze nel 1966, le 184 lire per i terremoti del Belice, del Friuli e dell’Irpinia, le 205 lire per la missione in Libano nel 1983 e le 22 lire per quella in Bosnia del 1996 fino agli 1,6 centesimi di euro per il contratto autoferrotranvieri nel 2004 e agli 0,5 centesimi di euro per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005. E dei disagi degli automobilisti che ne sapranno? Le prime tre cause di stress per chi guida, secondo un sondaggio dell’Aci nel quale gli intervistati potevano dare risposte plurime, sono le seguenti: conducenti "furbi" o "scorretti" (52,7%), traffico e code (49%), carenza di parcheggi (49%). Seguono, a parecchia distanza, i guasti meccanici (21,9%), le multe (10,9%), le soste dal benzinaio (9,2%), i piccoli incidenti (7,2%), i lavori in corso (6,9%), i pedaggi autostradali (3,6%). Come si vede, le principali fonti d’irritazione sono ascrivibili a un deficit non solo di educazione civica ma anche di politica, essendo evidente che se un automobilista incivile viola il codice della strada è perché governo e forze dell’ordine lo hanno messo nelle condizioni di farlo, magari con la quasi certezza dell’impunità. Certo, io muoio dalla voglia di sapere chi è il furbo occupante dell’autoblù - sempre quella - con lampeggiante acceso che alle 8 di mattina, fra i caselli di Dalmine e Agrate, si muove agevolmente sulla A4, zigzagando fra migliaia di veicoli fermi in colonna. Lo incontro ogni volta che mi metto in viaggio verso Milano. Chissà perché non si alza dal letto un’ora prima anche lui, come tutti. Avete mai provato, cari politici che vi candidate "alla guida del Paese", a pagare il bollo dell’auto? E non mi riferisco solo al calcolo in base a kilowatt e regione di residenza, che già mi pare una procedura manicomiale. No, proprio a pagarlo fisicamente recandovi presso uno sportello dell’Automobile club, l’unico posto d’Italia dove il Bancomat non è accettato, per cui i proprietari di Ferrari e Bentley devono presentarsi con un carriola di contante. Lì scoprireste, magari dopo essere rimasti in fila per un’ora, che se la vostra tassa di possesso scade ad agosto e voi volete rinnovarla subito, non vi è neppure consentito di versare i soldi in anticipo: l’Agenzia delle entrate pretende che lo facciate soltanto fra il 1° e il 30 settembre. Sarebbe anche molto educativo, ogni tanto, vedere l’auto di un pubblico amministratore che, anziché stazionare in sosta vietata con la paletta biancorossa del ministero dell’Interno in bella vista sul cruscotto, rimane incrodata sulle rampe curvilinee dei parcheggi sotterranei, fatti progettare ad architetti che ignorano la lunghezza delle station wagon e la larghezza dei Suv. Vorrei vedere un politico che tenti di effettuare il passaggio di proprietà di una vettura usata, autocertificando di proprio pugno di trovarsi in regime di separazione dei beni col coniuge. S’accorgerebbe che la signorina dell’agenzia di pratiche automobilistiche non crede alle sue parole nonostante gliele senta ripetere tutte le sere a "Porta a porta" e dovrebbe precipitarsi nel collegio elettorale d’origine per chiedere all’ufficio anagrafe un estratto dell’atto di matrimonio. Alla faccia della legge da lui stesso approvata che prevede l’autocertificazione per "tutti i dati a diretta conoscenza dell’interessato contenuti nei registri dello stato civile". Insomma, cari politici che vi candidate "alla guida del Paese", non so se mi sono spiegato: io vorrei incontrarvi più spesso all’autogrill. Nelle toilette. O nello snack-bar. Giusto per capire se riuscite, voi che digerite tutto, a sopravvivere anche al "Capri" e alla "Rustichella". Stefano Lorenzetto