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 2008  aprile 07 Lunedì calendario

" criminalità organizzata anche l´Italia rischia". La Repubblica 7 aprile 2008 La lotta ai pirati è un impegno fondamentale anche per l´Italia, che infatti partecipa attivamente: è la convinzione di Aurelio de Carolis, capitano di vascello ed esperto di pirateria della Marina militare

" criminalità organizzata anche l´Italia rischia". La Repubblica 7 aprile 2008 La lotta ai pirati è un impegno fondamentale anche per l´Italia, che infatti partecipa attivamente: è la convinzione di Aurelio de Carolis, capitano di vascello ed esperto di pirateria della Marina militare. Comandante, che cosa fa la nostra Marina per combattere i pirati? «Oltre al pattugliamento del Mediterraneo, in questo momento abbiamo la nave di comando "Etna" e il pattugliatore d´altura "Comandante Borsini", nel porto di Salalah, in Oman. Cominceranno domani stesso (oggi, ndr) il pattugliamento in una delle zone più "calde", le acque al largo della Somalia». La minaccia dei pirati è grave anche per il nostro paese? «Il settore marittimo è pari al 2,7 per cento del prodotto interno dell´Italia. Vale circa 40 miliardi di euro, ma il valore delle merci trasportate via mare, fra esportazioni e importazioni, arriva a 400 miliardi l´anno. Si capisce quanto sia importante garantire la sicurezza sul mare». Ma non è insolito affidare a navigli italiani compiti di controllo di zone così lontane? « una scelta che rientra nel concetto strategico di "Mediterraneo allargato", su cui la nostra Marina si è già impegnata. Si cerca di tenere sotto controllo i bacini le cui dinamiche influiscono sul Mediterraneo». Navi italiane sono state attaccate in tempi recenti? «Le ultime nel 2005, la Jolly Marrone e la Cielo di Milano. La Marina è stata in grado di approntare la fregata Granatiere per portare soccorso in tempi molto brevi». Come si combatte la pirateria? « importante pattugliare i tratti di mare, parlare sulle frequenze VHF, identificare i natanti di passaggio, insomma far capire che si è presenti, che ha un effetto deterrente. Quando una nave viene assalita e chiede aiuto, tutto sta nel coordinamento delle forze presenti, che possono far fallire un assalto dei pirati spedendo elicotteri dalla nave più vicina». Il fenomeno è in calo, o in aumento? «Ha avuto un picco nel 2003, con 417 assalti registrati, poi l´impegno di molte nazioni al pattugliamento delle zone interessate ha ottenuto una riduzione, ora però gli attacchi sono di nuovo in aumento, 263 nel 2007». Che barche usano questi pirati? «Sono barchini in vetroresina, molto leggeri e dotati di motori potentissimi. Arrivano a 10-12 metri e sono in grado di montare anche due fuoribordo di 200-220 cavalli. Con 6-7 persone a bordo possono superare i 40 nodi». Come sono organizzati? «Spesso attaccano navi lontane anche 300 miglia dalla costa. Questo presuppone che ci siano navi-madre a cui i barchini si appoggiano. la conferma che fanno parte di grandi organizzazioni criminali transnazionali». GIAMPAOLO CADALANU