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 2008  aprile 05 Sabato calendario

MILANO

Il processo per il crac Parmalat – che assomiglia sempre di più a una medusa (nella testa, il default da 14 e rotti miliardi del Gruppo) con vari tentacoli – registra un altro passo avanti, a conclusione dell’udienza preliminare per l’affare Eurolat: Cesare Geronzi (all’epoca dei fatti, presidente della Banca di Roma) è stato rinviato a giudizio per estorsione e bancarotta societaria. Cade, invece, l’accusa di bancarotta fraudolenta. Nello stesso filone, Calisto Tanzi, imputato numero uno al processo principale, ha patteggiato 2 anni per bancarotta. Presente in aula, a Parma, il cavaliere di Collecchio ha lasciato il Tribunale, soddisfatto. Se ne riparla il prossimo 6 maggio, alla ripresa del maxi-dibattimento; nello stesso giorno è stata fissata l’udienza Eurolat. Ma veniamo a Geronzi, oggi presidente del consiglio di sorveglianza di Mediobanca, e al suo ruolo, secondo la tesi del gup Roberto Spanò. La vicenda risale al 1999, epoca in cui la Parmalat era già fortemente indebitata. In particolare, con Banca di Roma. Secondo l’ordinanza di rinvio a giudizio, il banchiere Geronzi impose a Tanzi l’acquisto di Eurolat, società del Gruppo Cirio di Sergio Cragnotti, al prezzo di circa 800 miliardi di lire (troppi, contesta l’accusa), pena la «chiusura degli affidamenti », che allora «ammontavano a 300/400 miliardi». (Per inciso, il filone principale del processo Eurolat è inserito nel procedimento giudiziario per il crac della Cirio, già iniziato a Roma, dove sono imputati Cragnotti, i suoi figli e lo stesso Geronzi). Su quali basi il giudice di Parma fonda il reato estorsivo? Sostanzialmente sulle dichiarazioni di Fausto Tonna, numero due del Gruppo; confermate, poi, da Tanzi. Secondo Tonna, «venne fatto capire che Banca di Roma aveva un problema di esposizione verso Cirio», risolvibile con l’acquisizione di Eurolat. «Analogo concetto – scrive il gup – viene ribadito da Tanzi, seppur con toni più sfumati», che riferì come Geronzi «avesse molto caldeggiato l’acquisto", sia personalmente, sia attraverso i suoi funzionari. Essi, tra l’altro, furono "assai più espliciti" nel prospettare le possibili conseguenze negative della mancata conclusione dell’operazione. Nel procedimento Eurolat, rinviati a giudizio per bancarotta societaria anche Tonna, Sergio Cragnotti, Riccardo Bianchini Riccardi, ex dirigente di Cirio, Alfredo Gaetani, ex ad delle società lattiero-casearia. Prosciolti Romano Bernardoni, Camillo Florini e Nicola Catelli, ex consulenti dell’operazione, e Antonino Sammartano, perito che fece la valutazione di Eurolat.
Marisa Fumagalli

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«Un mostro giuridico». Non ha dubbi, il professor Ennio Amodio, legale della difesa di Cesare Geronzi, nel commentare il rinvio a giudizio per estorsione, deciso dal gup di Parma Roberto Spanò. «Non ho memoria – aggiunge – di altri casi analoghi, nella storia giudiziaria».
Qual è il punto della sua grave contestazione?
«Cesare Geronzi viene rinviato a giudizio sulla base delle dichiarazioni di Fausto Tonna, braccio destro del patron di Parmalat, smentite dallo stesso Calisto Tanzi, nel corso degli interrogatori».
Avvocato, spieghi meglio le circostanze.
«Tonna riferì ai magistrati di aver saputo di pressioni da parte del mio assistito, affinché Tanzi acquistasse Eurolat. Si badi bene che il direttore finanziario parlava per sentito dire senza aver preso parte alle trattative».
E la versione del cavaliere di Collecchio?
«Ha sempre sostenuto di non essere stato indotto, in alcun modo, a concludere l’acquisizione della società di Cragnotti. Del resto, la stessa Procura di Parma l’ha riconosciuto dichiarando di aver scartato l’ipotesi dell’estorsione in quanto priva di fondamento dal punto di vista della prova».
Uno dei difensori di Tanzi, Giampiero Biancolella, tuttavia, ribatte invitandola a leggere ciò che ha scritto, in proposito, il giudice Spanò.
«Rispondo al collega che il primo dovere del magistrato è quello di attenersi alle risultanze del processo. Aggiungo che, in fase dibattimentale, si assisterà ad un fatto, davvero inedito, nel quale Tanzi si troverà nel doppio ruolo di vittima delle pressioni e di responsabile di bancarotta fraudolenta, reato che gli viene addebitato nel filone principale del processo Parmalat».
La vicenda del crac del Gruppo ha generato alcuni rami processuali. Ritiene che Eurolat possa unificarsi al resto?
«Non è automatico. Comunque vada, a noi interessa non allungare i tempi ma accertare, il più in fretta possibile la verità dei fatti».
M. Fu.