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 2008  aprile 05 Sabato calendario

DAL NOSTRO INVIATO

JOHANNESBURG – Un gruppo di pirati al largo delle coste settentrionali della Somalia ha dato l’arrembaggio e catturato una grossa nave da crociera francese. Il veliero tre alberi di lusso Le Ponant, 860 tonnellate lunghezza 88 metri, quattro ponti due ristoranti 32 cabine per 64 passeggeri, stava rientrando dalla Seychelles dove aveva scaricato un gruppo di turisti. Al momento dell’attacco erano presenti a bordo solo i 30 membri dell’equipaggio, presi in ostaggio dai corsari. Ventidue sono francesi e si sta cercando capire se ci siano italiani.
In quel tratto dell’Oceano Indiano gli attacchi alla navi in transito non sono rari. Solo una volta, però, era stata attaccata una nave passeggeri, nel novembre 2005 l’americana
Seaborn Spirit con 300 passeggeri a bordo, che, con una manovra spericolata, era riuscita a sfuggire agli inseguitori. Solo l’anno scorso sono state assaliti e catturati almeno 24 cargo. Da Bosaso, il porto del nord della Somalia nelle cui acque è stata portato il veliero, giungono notizie frammentarie: i pirati avrebbero già preso contatto con l’armatore, la Compagnie des iles de Ponant, a Marsiglia, al quale ha chiesto un consistente riscatto.
La Compagnie des îles de Ponant è la filiale passeggeri della compagnia Cma-Cgn, il cui business centrale è il trasporto merci. Della società fanno parte altre due navi di lusso: la Levant ela Diamant. Il veliero catturato ieri doveva raggiungere Alessandria d’Egitto per raccogliere altri passeggeri da portare in crociera a Malta a fine aprile. Impossibile dire quanto possa durare la prigionia degli ostaggi. Alcune volte la cattività è durata pochi giorni, altre alcuni mesi. Per combattere il terrorismo, l’Oceano Indiano e quindi anche le acque di fronte alla Somalia, sono pattugliate da navi da guerra internazionali che si danno il cambio e si appoggiano al porto di Gibuti dove sia gli Stati Uniti che la Francia hanno una grossa base e dove ha sede la Combined Joint Task Force-Horn of Africa, il comando internazionale che coordina la lotta antiterrorismo nell’area. Il governo francese ha già fatto sapere di aver messo in stato d’allerta tutti i mezzi a disposizione nella zona e la «Task force 150» (una struttura di intervento rapido sotto comando americano).
Parigi dalla fine dell’anno scorso si è impegnata a scortare le navi noleggiate dal World Food Programme per portare cibo alle popolazioni somale afflitte dalla guerra che dura da 17 anni e dalla carestie endemiche. In questo momento l’incarico è affidato alla corvetta
Commandant Ducuing
specializzata nella lotta contro la pirateria, gli arrembaggi, la sorveglianza marittima, e, appunto, la scorta di mercantili. La situazione in tutta la Somalia si sta deteriorando sempre più. Il governo controlla pochissime zone e gli islamici (gli shebab) impegnano i regolari e i soldati etiopici loro alleati su tutto il territorio. Dopo l’importante centro di Gialalassi ieri hanno conquistato Addado, nella Somalia centrale. Qualche giorno fa due operatori umanitari, un britannico e un keniota, sono stati presi in ostaggio da una banda armata a Buale, tra Baidoa e Chisimaio.
Massimo A. Alberizzi