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 2008  aprile 05 Sabato calendario

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2008-04-05 num: - pag: 13 categoria: REDAZIONALE La Nota di Massimo Franco Il Cavaliere recalcitrante mette le «mani avanti» temendo l’impopolarità Ormai si colgono alcune costanti da non sottovalutare, nelle parole elettorali di Silvio Berlusconi

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2008-04-05 num: - pag: 13 categoria: REDAZIONALE La Nota di Massimo Franco Il Cavaliere recalcitrante mette le «mani avanti» temendo l’impopolarità Ormai si colgono alcune costanti da non sottovalutare, nelle parole elettorali di Silvio Berlusconi. Sono quelle che riguardano non tanto gli avversari, ma la sua figura di presidente del Consiglio, se vincerà il 13 e 14 aprile. La prima è che arriverà a palazzo Chigi con l’atteggiamento di chi fa un favore al Paese ed un dispetto a se stesso, perché la situazione è pessima. «Gli elettori del centrodestra dovrebbero già essermi grati per avere assunto questo impegno», ha detto ieri. La seconda è che, al contrario del passato, non giura di restare premier per l’intera legislatura: quando glielo chiedono, risponde evasivo di «non avere la sfera di cristallo ». Se ne potrebbe dedurre che il candidato del Pdl non ha nessuna voglia di tornare a guidare il governo; e che comunque non esclude di lasciarlo dopo un certo periodo di tempo. Berlusconi è consapevole di ereditare non tanto, e comunque non solo quelli che chiama «i disastri del governo Prodi». A spaventarlo è la congiuntura internazionale. Il gruppo di disoccupati napoletani che ieri lo aspettavano davanti al suo albergo partenopeo per gridargli «lavoro, lavoro», sono le avanguardie rumorose di un Paese impoverito ed inquieto. La «strategia delle mani avanti» serve dunque a prevenire le critiche. Il Cavaliere si rende conto che rischia un’ondata di impopo-larità alla quale non sarà mai pronto. Quando polemizza con Walter Veltroni dicendogli che «può promettere tutto quello che vuole, tanto non governerà», riconosce il sentiero stretto sul quale chiunque vinca dovrà camminare. Per questo risponde al segretario del Pd che lo ha accusato di considerare un sacrificio il ruolo di premier, ribadendo: «Per me è davvero una croce». Se ha deciso di portarla, dipende soltanto dal fatto che per il momento nel centrodestra «mi considerano ancora infungibile», sostiene. La controprova di questa preoccupazione latente è l’atteggiamento del suo candidato al ministero dell’Economia. Ieri Giulio Tremonti ha voluto ricordare che «è più facile fare il ministro quando le cose vanno bene». Non solo. Sempre ieri, sul palco del comizio del Pdl a Napoli si è presentato un Cavaliere nuovo non per avere annunciato che abolirà subito l’Ici; o per avere assicurato che risolverà l’emergenza della spazzatura seguendola da vicino giorno per giorno, «fino a quando l’immagine di Napoli sarà pulita». La vera novità sta nel suo annuncio che «il primo Consiglio dei ministri del nostro governo» si riunirà nella capitale del Sud prendendo «provvedimenti duri e impopolari ». Per questo, a suo avviso, è necessario per il Pdl un consenso largo che garantisca buoni numeri sia alla Camera che al Senato». Un Berlusconi che chiede voti in nome di «atti impopolari» appare una contraddizione in termini; di più, quasi un tentativo inconscio di scoraggiare gli elettori, spingendoli a disertare le urne per favorire un pareggio col Pd al Senato. Ma, paradossi a parte, l’annuncio del Cavaliere dimostra che non può esimersi dal preparare l’opinione pubblica ad una fase priva di sogni; e che sotto sotto, forse, non disdegnerebbe di condividere le responsabilità e gli oneri con una parte dell’opposizione. Il suo dramma è che potrebbe ritrovarsi condannato a governare da solo, con il lascito della coalizione prodiana come alibi in grado di reggere mesi, non anni. Pier Ferdinando Casini gli ha già ricordato che una trattativa Alitalia ancora aperta dopo il 14 aprile sarebbe «una polpetta avvelenata» per il suo o un altro governo. Berlusconi stesso ha ammesso che «fra due o tre mesi» i rifiuti in Campania diventeranno una sua emergenza. L’addio malinconico di Romano Prodi agli altri capi di Stato, ieri a Bucarest, alla fine del vertice Nato, dunque, non è soltanto l’uscita di scena di un avversario storico: è anche un monito sui rischi che il Cavaliere correrà prendendo il suo posto a palazzo Chigi.