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 2008  aprile 02 Mercoledì calendario

Francesca Reggiani. La Stampa 2 aprile 2008. Un programma intero dedicato alla "bastardaggine" degli uomini

Francesca Reggiani. La Stampa 2 aprile 2008. Un programma intero dedicato alla "bastardaggine" degli uomini. Parte domani su Comedy Central la seconda stagione di Bastardi. Conduce Francesca Reggiani. Che programma sarà? «Viviamo una continua "crisi sentimentale", non c’è più il mondo cattolico schematico di un tempo: marito, moglie, amante. Le famiglie scoppiano, eppure mai come oggi se ne ribadisce la sacralità. Io e la mia coautrice Linda Brunetta ci siamo chieste: dove sono queste famiglie felici? A inizio carriera imitavo Marta Flavi in Agenzia matrimoniale: ora tutta la tv è un’agenzia matrimoniale. Da me non si viene per piangere, non sono Maria De Filippi, ma per sdrammatizzare. Passo tra le sagome di cartone, parodiando Lucarelli, e c’è un bastardometro che segnala il grado di cattiveria degli uomini». I più "bastardi" della tv sono Fabio Fazio e la Gialappa’s: lo ha detto lei. «Battute con un fondo di verità. Da otto anni provo a farmi invitare da Fazio, siamo cresciuti insieme a Raitre, ma lui proprio non mi fila. Evidentemente non gli piaccio, è nel suo diritto, ma dopo un po’ rosichi. Alla Gialappa’s rimango antipatica, pare che non mi sopportino. E’ un lavoro fatto di no: 15 anni fa ad Avanzi bocciammo la Littizzetto, non la ritenemmo all’altezza». Perché non le piace la comicità di oggi? «Zelig è una macchina da guerra senza magia. Nella RaiTre di Angelo Guglielmi c’erano alchimia perfetta e professionisti in stato di grazia: Barbato, Chiambretti, Augias. Anche Carlo Freccero era impagabile. Prima c’erano pochi programmi fatti bene, ora miliardi di format tirati via». E’ un po’ nostalgica. Crede di avere avuto quanto merita? «Si vive di alti e bassi. La mia popolarità è stata massima quando facevo la "Ferillona", ma non vivo il satellite come un ripiego, anzi solo lì puoi sperimentare: con Bastardi respiro l’aria della Tv delle ragazze. Abito a Roma al Testaccio, una volta un ragazzo mi ha detto: "Fa bene a stare sul satellite, è più chic". Mi sa che ha ragione». Il gruppo di Avanzi era notevole, ma Le ragioni dell’aragosta è andato malino. «Si doveva intitolare Loche e Francesca, partendo da un mio lontano invaghimento per lui. Poi siamo andati in Sardegna, è venuta fuori la storia dei pescatori, è diventato altra cosa. A Sabina (Guzzanti, Nda) abbiamo dato carta bianca, ci siamo divertiti e il risultato finale mi è piaciuto. Lei ha fatto le sue scelte e il pubblico è rimasto spiazzato: non ha trovato né Avanzi, né Viva Zapatero». Che ci faceva quattro anni fa a Ballando con le stelle? «Adoro il varietà del sabato sera. Mi piaceva l’idea di resuscitarlo, la prima serie era stata carina. Una volta là ho scoperto che il format era cambiato in peggio. C’era pure Maradona, presenza ingombrante. Ho una faccia difficile, posso risultare antipatica, ero a disagio. Mi hanno eliminato alla prima puntata, una brutta botta per una che si è spezzata per anni la schiena facendo danza». Lei al cinema è partita con Fellini. «Con Fellini ho girato E la nave va e poi Intervista: ero una "segretaria un po’ omosessuale", quando mi dette quel ruolo mi offesi. Andavo a Cinecittà e distribuivo le mie foto, ho fatto piccole cose con Cesare Zavattini e in Porci con le ali. Fellini parlava con tutti, ci davamo del tu, se non lo capivi al volo si arrabbiava. Diceva che non aveva mai visto una ragazza con gli occhi così grandi, mi chiamava "Occhioni". Arrivava sul set alle 6 e mezzo del mattino, distribuiva i bigliettini con le battute, li imparavo e li gettavo. Ho buttato via 4 fogli autografi di Fellini, ma quando sei lì non pensi che un giorno finirà. Accanto a noi c’erano Sergio Leone e Robert De Niro per C’era una volta in America, mi sembrava tutto normale». ANDREA SCANZI