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 2008  aprile 01 Martedì calendario

Ferrara, l’urlo silenzioso. ItaliaOggi 1 aprile 2008. L’urlo silenzioso è il titolo di un filmato del dottor Bernard Nathanson che infiammò ormai 27 anni fa la campagna referendaria per l’abolizione della legge 194 sull’aborto

Ferrara, l’urlo silenzioso. ItaliaOggi 1 aprile 2008. L’urlo silenzioso è il titolo di un filmato del dottor Bernard Nathanson che infiammò ormai 27 anni fa la campagna referendaria per l’abolizione della legge 194 sull’aborto. Una telecamera puntata sul feto mentre il bisturi del chirurgo operava un’interruzione di gravidanza. L’urlo silenzioso è oggi quello di Giuliano Ferrara, candidato premier della lista pazza, «Aborto? No, grazie». Quello che esce dai potenti polmoni, nelle piazze e nei teatri di quell’Italia che sta girando da settimane. E che non fa notizia: nei tg Rai, Mediaset e Telecom Ferrara è il candidato che ha avuto meno spazio di tutti: quattordicesimo sui quattordici censiti dall’Autorità di garanzia nelle comunicazioni (...) Quella par condicio che censisce la lista pro-life all’ultimo posto dell’informazione televisiva pubblica e privata ci vieta oggi di raccontare le previsioni di voto elaborate dagli istituti specializzati in sondaggi. Ma possiamo garantire che non è secondo quel metro che un Ferrara vale meno delle varie liste ”Per il bene comune”, ”Unione democratica consumatori”, ”Forza nuova”, ”M.e.d.a.”, ”Lista dei Grilli parlanti”, ”Sinistra critica”, ”Partito liberale italiano”, ”Partito comunista dei lavoratori”, e così via. Lui vale meno perché uno dopo l’altro i possibili angeli custodi l’hanno scaricato. Silvio Berlusconi che dà buca perfino alle feste dove avrebbe potuto incontrarlo. Movimenti, simpatizzanti e perfino agit-prop della prima ora via via ricondotti alla ragione di Stato, alle logiche del voto utile. Certo, a Ferrara non passa nemmeno per l’anticamera del cervello guidare un governo del paese, è questa legge bislacca che lo obbliga a candidarsi premier. E per non lasciare dubbi nemmeno si è presentato al Senato, dove anche una manciata di voti potrebbe sottrarre il governo del paese a uno dei due principali contendenti: Veltroni e Berlusconi. Eppure, nelle sue proporzioni ristrette, il caso Ferrara è il vero specchio della politica italiana. Perché con lui e la sua lista per la vita si può essere d’accordo o visceralmente contrari. Ma la terza via, quella dell’assoluta indifferenza, imboccata nel modello italiano, non è segno di una democrazia matura. In Francia, in Germania, in Gran Bretagna, negli Stati Uniti sulla vita ci si schiera. Si è per l’aborto o contro l’aborto, per l’eutanasia o contro l’eutanasia. Sono temi importanti e anche decisivi per una campagna elettorale, non casi di singola coscienza. Ecco perché la lista Ferrara ha già reso più piccoli tutti gli altri leader... Franco Bechis