Corriere della Sera - Lettere, 2 aprile 2008
Corriere della Sera 29/3/2008 DAL NOSTRO INVIATO FROSOLONE (Isernia) – L’Enel punta sull’energia rinnovabile ed entro l’anno creerà una apposita società dove confluiranno tutte le attività innovative e "pulite" senza escludere l’ipotesi di una quotazione in Borsa
Corriere della Sera 29/3/2008 DAL NOSTRO INVIATO FROSOLONE (Isernia) – L’Enel punta sull’energia rinnovabile ed entro l’anno creerà una apposita società dove confluiranno tutte le attività innovative e "pulite" senza escludere l’ipotesi di una quotazione in Borsa. Lo ha confermato l’amministratore delegato Fulvio Conti inaugurando sulle montagne di Frosolone un ennesimo insediamento eolico, anticipando che il «valore complessivo» della futura newco «sarà di svariati miliardi ». La decisione rientra nel quadro di una serie di operazioni finanziarie di alleggerimento del debito: entro l’anno verrà ceduta la rete Enel ad alta tensione (valore tra 1 e 1,5 miliardi di euro) mentre ieri da Francoforte, dal board di Eon, è arrivato il sì definitivo all’acquisizione di una serie di centrali energetiche e partecipazioni, sparse in Spagna, Francia e Italia, di Endesa per il valore di 11,8 miliardi di euro. Con le otto «pale» inaugurate ieri, e che diventeranno 45 a fine dicembre Enel, procede a investire nell’eolico aumentando il budget (per tutte le fonti rinnovabili) che passa dai 4,1 a 7,4 miliardi entro il 2012. Nella nebbia dei monti molisani che ha reso un po’ complicata la cerimonia e invisibili le grandi torri del vento, Conti e i suoi manager hanno anche ricordato le difficoltà ammini-strative e burocratiche per allestire nuovi siti. «L’iter autorizzativo – ha spiegato Gianfilippo Mancini – varia da 27 a 84 mesi rendendo la rincorsa del-l’Italia verso lo standard degli altri Paesi europei molto lenta ». Basti pensare che la Spagna ha già costruito oltre 15 mila torri eoliche e la Germania 22.200: quando soffia un vento robusto i due Paesi ricavano da questi strumenti il 30% di tutta l’energia necessaria. L’Italia per ora ne ha appena 2.700 e il cammino verso questo modello di fonte energetica non sembra tuttavia agevole: alle difficoltà burocratiche si stanno per aggiungere quelle politiche, se al governo arriverà il Pdl, visto che Renato Brunetta, tra i responsabili del programma, ha detto che bisognerà puntare sul nucleare e non sull’eolico. Eppure l’energia prodotta da queste gigantesche torri che possono arrivare fino a 100 metri di altezza è formidabile: quando l’impianto di Frosolone funzionerà a regime fornirà energia pulita a 26 mila famiglie evitando emissioni di CO2 per circa 55.000 tonnellate l’anno. Roberto Bagnoli Corriere della Sera, 30/3/2008 Il fabbisogno di energia nel nostro Paese Leggo sul Corriere del 29 marzo che l’Enel punta 7 miliardi sull’eolico. Ricordo che i generatori a vento producono energia solo quando tira vento e, in Italia, di vento ce n’è poco. Ma le fabbriche, i treni, i frigoriferi richiedono energia elettrica anche nei momenti di stasi atmosferica: in quei momenti, ci devono essere delle centrali elettriche che sicuramente fanno fronte alle richieste. I pannelli solari producono energia elettrica solo quando c’è luce, ma le fabbriche, i treni, i frigoriferi hanno bisogno di energia elettrica anche di notte. Il solare termodinamico non produce energia elettrica durante l’inverno. Per di più l’eolico e il solare possono produrre (quando lo producono) solo il 20 per cento circa dell’energia richiesta in Italia. Il restante 80 per cento deve essere prodotto da centrali idroelettriche, geotermiche, termoelettriche e nucleari. Le risorse idroelettriche e geotermiche sono ormai completamente sfruttate e, per non aumentare l’effetto serra, non dobbiamo più costruire centrali termoelettriche. Non resta che l’energia nucleare. Del resto tutte le nazioni più industrializzate del pianeta utilizzano da parecchi decenni l’energia nucleare: è tempo che l’Italia si accodi. Saremo ancora una volta buoni ultimi. Mario Bocci, Milano *** Corriere della Sera, 2/4/2008 Energie rinnovabili: realtà e fantasie Premetto che ho lavorato per oltre 35 anni nei settori nucleare e delle energie rinnovabili in Italia e Francia. Condivido perfettamente e completamente la replica del lettore pubblicata sul Corriere del 30 marzo. Quando si parla di energie rinnovabili e delle loro possibilità di sostituire l’energia di base che muove le industrie, i trasporti e gli ospedali di un Paese si dicono delle grosse menzogne prodotte solo dalla volontà, di chi le dice, di acquisire consensi elettorali o di potere. I costi degli impianti che utilizzano le energie rinnovabili, a parte il solare termico per produrre acqua calda, sono enormi. Un impianto fotovoltaico in grado di produrre la stessa energia fornita da una centrale nucleare da 1000 MW di potenza costa oltre dieci volte questa centrale e il costo del kWh prodotto è dell’ordine di 0,3-0,4 euro. Anche il solare termodinamico tanto propagandato ha costi elevati e nessuno ci dice quanto costa il kWh prodotto da questi impianti, a parte le centinaia di kmq di territorio occupati da questi impianti. Anche la proposta di installare questi impianti nel Sahara e importare l’energia prodotta in Europa via cavo in corrente continua a un milione di volt è pura fantascienza. Coloro che ipotizzano il deserto del Sahara forse non sanno che le dune si muovono continuamente e i venti che lo spazzano sono carichi di sabbia con un elevato effetto distruttivo sulle superfici degli specchi e delle celle fotovoltaiche. Il discorso, puramente tecnico sulla necessità di un velocissimo ritorno al nucleare, sarebbe molto lungo. A titolo puramente informativo, la costruzione e messa in produzione di una centrale nucleare si fa in 4-5 anni, una volta ottenute tutte le autorizzazioni, che sono il vero problema di questo Paese. Sarebbe opportuno informare i nostri concittadini che noi paghiamo il kWh il doppio della media europea e siamo sottoposti ai ricatti dei Paesi che ci forniscono il gas e il petrolio. Umberto Foli Gestione delle risorse energetiche, Università di Urbino