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 2008  aprile 01 Martedì calendario

BLANCO

BLANCO Cristiano Roma 6 novembre 1980. Gionalista. Giocatore di poker. «[…] Il soprannome di ”Italian Stallion”, perché è alto, prestante, carino. E un talento innato per il poker [...] è l’esempio vivente di come chiunque, purché ne abbia i numeri, possa diventare un professionista del poker, grazie alle ”pari opportunità” del web. Come tutti, anche lui aveva rimescolato carte con gli amici. Finché ha cominciato a giocare on line: una folgorazione sulla via del Texas Hold’em. Ore e ore di cyber partite, alternate agli studi universitari e alla gavetta giornalistica in tv romane. Poi, l’occasione di partecipare a un importante torneo in Germania. Secondo posto. Lauto premio. E un contratto con Everest Poker, sempre alla ricerca di giocatori che vengono dal nulla. Da allora Cristiano ha appeso la tessera da giornalista professionista (’avevo appena superato l’esame di Stato”), per prendere quella più aleatoria e più divertente di giocatore dil poker. Giocare ora è un lavoro. Fatto di adrenalina, calcolo, psicologia. Piegare l’avversario con i bluff. E capire ciò che pensa attraverso ogni minimo gesto (’la parte che più rivela i pensieri sono sopracciglia e fronte. Quando uno mente, per esempio, guarda a destra”). E, poi, soprattutto, amministrare le proprie sostanze con freddezza. Più il rigore di un Padoa Schioppa che la scapestrata malinconia di Dostoevsky o Thackeray. ”Se hai vinto 100, devi giocarne 8. Se perdo quelli sono stato sfortunato. Se perdo tutto sono stato un deficiente. E ne conosco tanti che alla fine si ritrovano solo con un pugno di ricordi. Vincere facile può essere pericoloso, rischi di smarrire il contatto con la realtà. Ma io ho lavorato per troppo tempo quasi gratis, per non sapere che valore hanno i denari”» (Bruno Ventavoli, ”La Stampa” 1/4/2008).