Enrico Marro, Corriere della Sera 1/4/2008, 1 aprile 2008
ROMA – Mentre i partiti cercano di riformarsi il sindacato è fermo. «Non sono d’accordo – dice il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni ”
ROMA – Mentre i partiti cercano di riformarsi il sindacato è fermo. «Non sono d’accordo – dice il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni ”. Negli ultimi due anni Cgil, Cisl e Uil si sono mosse con una unità operativa evidente. Che ha portato alla firma dell’accordo sul welfare e al lancio di obiettivi che sono diventati centrali nella campagna elettorale, come il taglio delle tasse su salari e pensioni, l’incentivazione del contratto aziendale e il sostegno alla famiglia. vero però che la politica sta correndo più velocemente del sindacato e che non dobbiamo essere un sindacato tartaruga». Che non intercetta più i bisogni dei lavoratori. «Il sindacato aumenta i propri iscritti. La Cisl, in due anni, ha fatto 144 mila tessere in più. Di queste solo 28 mila tra i pensionati. I giovani sono tantissimi e così gli extracomunitari. Ma il mondo del lavoro è davvero cambiato. Ha bisogno di profonde riforme. E il sindacato non può rispondere con un’andatura lenta o addirittura con l’immobilismo». Che scenario prevede dopo il voto? «Per effetto di questa scellerata legge elettorale ci sarà probabilmente un governo che sarà come un’anatra zoppa, perché al Senato non avrà una maggioranza chiara. Spero che ciò spinga Pdl e Pd a fare una grande coalizione». Se vince Berlusconi, molti si aspettano una Cisl come quella del 2002, pronta alla rottura con la Cgil pur di instaurare un rapporto privilegiato col governo. «No. Ci sarà la solita Cisl trattativista, che discuterà col governo qualsiasi esso sia». Ma se vince Berlusconi, la Cgil di Epifani sarà disposta a firmare accordi? «Non voglio credere che la Cgil abbandonerà la strategia unitaria per rificcarsi in un vicolo cieco. Un sindacato c’è se fa accordi». A proposito di accordi. Quello sulla riforma del modello contrattuale è maturo. La Cgil però frena e vuole anche regole sulla rappresentatività. La Cisl è d’accordo? «Sì. Dobbiamo trovare anche un’intesa sulla rappresentatività sindacale». favorevole a un sistema per i lavoratori privati come quello che c’è per i dipendenti pubblici: voto ogni tre anni per eleggere le rappresentanze sindacali unitarie e rappresentatività misurata in base ai voti e agli iscritti? «Sì, può funzionare anche nel privato». Ma qui non c’è l’Aran (agenzia governativa per la contrattazione). Chi dovrebbe certificare gli iscritti? «Si può pensare al Cnel, all’Inps o ad altri istituti». La Cisl finora è stata restia a trasporre nel privato il sistema dei pubblici temendo di andare sotto nei metalmeccanici, dove la Cgil è maggioritaria. «Non è un problema. La Cgil è forte in alcune categorie, noi in altre». Se è così, il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, dovrebbe fare l’accordo con lei oggi stesso. «Vediamo se lo farà». Poi, non ci sarebbero ostacoli per la trattativa con la Confindustria sulla riforma del modello contrattuale. «Non c’è tempo da perdere. La riforma va fatta, mettendo al centro la contrattazione di secondo livello, per distribuire ai lavoratori i guadagni di produttività. Se non lo facciamo, allora sì che saremo un sindacato pigro». ❜❜ Subito la riforma della contrattazione per più produttività Verso il voto «Dopo il voto spero nella grande coalizione. Un sindacato c’è soltanto se fa accordi» Enrico Marro