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 2008  marzo 27 Giovedì calendario

Emilio Fede «E’ stato un equivoco: mi sono già scusato». La Stampa 27 marzo 2008. MILANO «Lo voglio dire subito

Emilio Fede «E’ stato un equivoco: mi sono già scusato». La Stampa 27 marzo 2008. MILANO «Lo voglio dire subito. Hanno fatto bene a multare mia figlia: lei ha sbagliato ed è giusto che adesso paghi; non mi sarei scandalizzato neppure se le avessero sospeso temporaneamente la patente». Questa la premessa di Emilio Fede. E allora direttore, perché quel suo intervento? «Prendeva spunto da un episodio completamente diverso: carabinieri di una scorta - non la mia, sottolineo - multati per sosta vietata davanti a un ristorante; hanno cercato di spiegare la necessità del loro comportamento, ma è stato tutto inutile. E io perciò ho chiesto maggiore possibilità di dialogo tra i vigili e i cittadini». Però qualcuno ha protestato... «Sì, e infatti ho chiesto pubblicamente scusa per l’equivoco che le mie parole possono aver suscitato. Io, figlio di un comandante di polizia municipale, per i vigili ho massimo rispetto. Questo è stato capito e me lo hanno riconosciuto». In che senso? «Le leggo ciò che mi ha scritto il presidente nazionale dell’Arvu, l’associazione che raggruppa gli appartenenti alla vigilanza urbana: ”Diamo al dottor Fede il merito di aver riconosciuto il plauso verso quegli uomini e quelle donne che ogni giorno si adoperano per mantenere ordine e sicurezza sulle strade italiane; ciò conferma il nostro attestato di stima e professionalità nei suoi confronti”. Non conosco il comandante Abbate ma, come si legge nella missiva, il mio rapporto con i vigili italiani è solo questo: stima reciproca».