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 2008  marzo 27 Giovedì calendario

La campagna di papà Fede contro i vigili. La Stampa 27 marzo 2008. CORTINA D’AMPEZZO Con quel che succede lungo le strade del suo territorio di competenza, il comandante Nicola Salvato - responsabile della Polizia Municipale di Cortina d’Ampezzo - potrebbe scrivere una guida ragionata della cafonaggine al volante

La campagna di papà Fede contro i vigili. La Stampa 27 marzo 2008. CORTINA D’AMPEZZO Con quel che succede lungo le strade del suo territorio di competenza, il comandante Nicola Salvato - responsabile della Polizia Municipale di Cortina d’Ampezzo - potrebbe scrivere una guida ragionata della cafonaggine al volante. Di verbali vip deve averne visti a centinaia, quindi si è dato una regola: inflessibilità e silenzio, sempre e per chiunque. Ma capita che qualcosa scappi di mano: ed ecco che, da una fonte trasversale, salta fuori la storia di una multa (anzi tre) appioppate a un cognome piuttosto noto, e della protesta arrivata addirittura via tg nazionale. Un caso imbarazzante, sul quale il comandante Salvato tenta di far scendere il silenzio: conferma, ma non commenta. Accade che sabato 15 marzo, a Cortina, un Suv imbocchi con decisione, e decisamente contromano, un senso unico. Ci sono i vigili, fermano l’auto. La signora favorisce i documenti: Sveva il nome, Fede il cognome. Anche se non c’è scritto, Emilio (il direttore del Tg4), è il papà. Una multa tira l’altra: oltre alla manovra contromano, la signora Fede ha anche la bimba a bordo senza cintura, e la revisione è scaduta dal giugno 2007. Tutto contestato sul posto. Lei non la digerisce. Si deduce dalla telefonata che fa, nemmeno un’ora dopo, al comandante Salvato: i contenuti sono segretissimi, ma visto che la conseguenza è una denuncia a carico della signora presso la Procura, è possibile che il tono non sia stato dei più concilianti. E c’è un’altra telefonata che la signora fa, si immagina, questa volta al papà direttore: la sera stessa sul Tg4 va in onda un servizio che parla di multe e di vigili. Si fa cenno a un caso accaduto in una nota località turistica, si parla di modi poco urbani dei vigili nel togliere punti alle patenti, e poi scattano le interviste ai passanti in giro per l’Italia: per quanto sia ingiusto, metti un microfono davanti alla bocca di un italiano, chiedigli un parere sui vigili urbani, e sai quel che trovi. I commenti del direttore si sprecano, attacca i vigili con quella che viene definita «una campagna denigratoria e offensiva». Davanti alla tv c’è Mario Sirelli, rappresentante nazionale sindacale dei vigili: salta sul divano, si appella al diritto di replica e ottiene un’intervista per il tg del giorno dopo. Solo che viene tagliata e perde significato. A quel punto, la redazione del Tg4, ammette lo stesso direttore, viene sommersa da fax e mail di protesta: ed è lui, ricordando di essere figlio di un comandante dei vigili, a fare un passo indietro, con pubbliche scuse e manifestazioni di rispetto. Non finisce qui, perché nell’ambiente la notizia circola e arriva a Sergio Abbate, presidente del «Circolo dei 13», libera associazione di ufficiali e responsabili di Polizia Locale che riunisce le province del Triveneto. E’ lui a rendere pubblica la vicenda, e a parlare di «campagna denigratoria e offensiva». «Emilio Fede - dice - ha strumentalizzato l’episodio per attaccare la categoria in generale. Se una persona normale commette un’infrazione e viene multata, deve pagare e seguire le regole che valgono per tutti. Se tocchi un potente, apriti cielo». Anna Sandri