La Stampa 23 marzo 2008, FLAVIA AMABILE, 23 marzo 2008
Un esercito di neo mamme. La Stampa 23 marzo 2008. Le minorenni abortiscono sempre di più. I dati sono contenuti nella relazione del ministero della Giustizia per il 2007 sulla legge 194 che regola le interruzioni di gravidanza, si riferivano al 2006 e già avevano fatto parlare di allarme in un’interrogazione parlamentare di Isabella Bertolini di Fi
Un esercito di neo mamme. La Stampa 23 marzo 2008. Le minorenni abortiscono sempre di più. I dati sono contenuti nella relazione del ministero della Giustizia per il 2007 sulla legge 194 che regola le interruzioni di gravidanza, si riferivano al 2006 e già avevano fatto parlare di allarme in un’interrogazione parlamentare di Isabella Bertolini di Fi. In Italia nel 2007 vi sono state all’incirca 4 mila interruzioni legali effettuate da minorenni, di queste 1426 sono state chieste da parte di minorenni decise ad escludere dalla decisione chi esercita la patria potestà, un aumento deciso rispetto agli anni precedenti quando la media si aggirava intorno alle 1.330 interruzioni l’anno. Insomma per la prima volta nel 2007 la quota delle interruzioni da parte di minorenni a dispetto di quello che dicevano mamma e papà ha superato la soglia delle 1400. Ma la tendenza è in aumento già da due anni. Nel 2006 i giudici avevano concesso 1.360 autorizzazioni contro le 1314 del 2005. Ed è soprattutto in calo ogni anno l’età media delle ragazze che fanno ricorso ad un’interruzione di gravidanza. Cinque su dieci hanno diciassette anni e tre su dieci ne hanno sedici. Ma avevano in media 17 anni nel 1995, e dieci anni dopo ne hanno 16 e 9 mesi. A chiedere un’interruzione senza patria potestà erano lo 0,5% nel 1995, dieci anni dopo sono più che raddoppiate (l’1,2%). Lo stesso accade alle quattordicenni che passano dal 3,3% al 4,2, e alle quindicenni, dal 9,1 al 14,1%. E quindi è allarme, lo ripetono in tanti. Ma la Relazione del ministero continua. Più di 6 minorenni su dieci non interpella nessuno del proprio nucleo familiare e si rivolge direttamente ai consultori. Se manca il consenso dei genitori o non lo si voglia richiedere, come accade in oltre la metà dei casi, si ricorre al giudice tutelare dei minori. Più di sei minorenni su dieci (il 65%) decidono di interrompere la gravidanza per motivi psicologici. Le altre per motivi socio-economici. Il Rapporto del Ministero sottolinea che al giudice le minorenni dichiarano quasi sempre che il figlio «è un serio ostacolo ai progetti di vita futura». La maggior parte adduce motivi «psicologici» e circa il 30 per cento parla di motivi di studio. Ma c’è un altro aspetto: quasi tutte queste ragazze rifiutano a priori la possibilità di far nascere il figlio e di non riconoscerlo, lasciandolo in ospedale. Le richieste arrivano soprattutto da ragazze che vivono al Nord: il 45%. Mentre il 25% da ragazze che vivono nel centro Italia, il 23% da giovani meridionali e il 7% dalle isole. Le autorizzazioni all’aborto sono state concesse dal Giudice tutelare alle minorenni nella quasi totalità dei casi (97,2-98,6%). Più difficile ottenere le autorizzazioni per le minorenni straniere senza famiglia. Hanno bisogno di un tutore, spesso è l’Assessore ai Servizi Sociali del Comune. E capita, come era avvenuto a Torino nel 2006, che l’assessore fosse un cattolico della Margherita che non ha rilasciato l’autorizzazione a nessuna delle minorenni che l’aveva chiesta. FLAVIA AMABILE