La Stampa 23 marzo 2008, SIMONETTA ROBIONY, 23 marzo 2008
Bonaccorti: ”La mia seconda vita in radio”. La Stampa 23 marzo 2008. Che succede se si passa dalla tv alla radio? Se dopo essere stati un teledivo con tutto il carico di popolarità e miliardi si torna ad essere solo una voce con una popolarità senza lustrini e molti meno miliardi in banca? «Niente», dice Enrica Bonaccorti, «Si può essere molto contenti di fare solo la radio
Bonaccorti: ”La mia seconda vita in radio”. La Stampa 23 marzo 2008. Che succede se si passa dalla tv alla radio? Se dopo essere stati un teledivo con tutto il carico di popolarità e miliardi si torna ad essere solo una voce con una popolarità senza lustrini e molti meno miliardi in banca? «Niente», dice Enrica Bonaccorti, «Si può essere molto contenti di fare solo la radio. Addirittura sorpresi se il programma va bene e il pubblico lo segue. Molti mi scrivono per dirmi che mi trovano diversa da come apparivo in tv, più calda, meno signora perbene. Si vede che la mia immagine non corrisponde al mio modo di essere». E’ una scoperta? «Un primo sospetto lo ebbi tanti anni fa quando mi ritrovai circondata da fotografi che scattavano senza fermarsi. Mi ricordo di aver pensato che doveva esser capitato qualche guaio in famiglia, invece era perché per la prima volta mi vedevano a piedi nudi. Non se l’aspettavano». Enrica Bonaccorti, attrice di teatro, protagonista di sceneggiati, poi conduttrice tv da Pronto chi gioca?, a Italia sera, da Ciao, Enrica a Non è la Rai, è oggi la conduttrice di Tornando a casa che accompagna tutti i pomeriggi il rientro a casa degli italiani. E va talmente bene il programma che il direttore di RadiounoRai ha spedito lei, la Bonaccorti, all’incontro con i rappresentanti della Sipra scegliendola come suo fiore all’occhiello. La radio per lei non è una novità. «L’ho fatta da ragazza, all’inizio della carriera, vincendo perfino una Maschera d’argento. Mi piace stabilire un rapporto quotidiano con chi mi ascolta. Del resto, da bambina, volevo fare tre cose: l’attrice, il medico e la giornalista. E le ho fatte tutte e tre». Il medico no, però. «Qualcosa del genere. Per cinque anni ho girato l’Italia accanto al sessuologo Willy Pasini per parlare con le donne della menopausa. Ne avrò incontrate trentamila. Era un lavoro che facevo per conto dell’OMS. E ho girato otto documentari sullo stato della sanità. Con la medicina, quindi, non ho chiuso». Con la tv, invece, sì: ha chiuso. ««Un vero programma importante non l’ho avuto più da quando a Non è la Rai di Canale 5, il famoso programma di Boncompagni con le ragazzine, nel 1991 una concorrente che chiamava diede la risposta a un mio quiz prima ancora che avessi fatto la domanda. Fermai il gioco e denunciai l’imbroglio. Mi dissero che avevo esagerato, che potevo sorvolare». La tv Enrica Bonaccorti la segue: le piace l’informazione, La storia siamo noi, i documentari, i film-tv che durano una sola serata oppure le serie lunghe che puoi vedere due o tre volte senza perdere il filo, e, sorpresa!, le piacciono i reality. Il Grande Fratello, poi, l’affascina. «Mi incuriosisce indovinare i profili psicologici dei protagonisti». La cosa di cui va più fiera? «Aver preservato la mia indipendenza. E aver scritto un libro». Anche lei! «Un libro in passato me l’avevano chiesto in tanti: Rizzoli, Mondadori, tutti. Ma ho troppo rispetto per la scrittura e ho detto no. Poi, sei anni fa, ho buttato giù qualche pagina, l’ho ripresa dopo la morte di mia madre e sono andata avanti. Non pensavo di pubblicare. Mi ha convinto un incontro casuale in treno. E’ uscito così La pecora rossa per Marsilio che è stato definito un romanzo di formazione. Ne sono orgogliosa». SIMONETTA ROBIONY