varie, 23 marzo 2008
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Cancellara Fabian
• Wohlen (Svizzera) 18 marzo 1981. Ciclista. Tra i suoi successi le Parigi-Roubaix 2006 e 2010, la Milano-Sanremo 2008, il Giro delle Fiandre 2010. Campione del mondo a cronometro 2006, 2007 e 2009 (bronzo nel 2004 e 2005), oro nella stessa specialità alle Olimpiadi di Pechino (2008), dove conquistò la medaglia di bronzo nella prova in linea • «[...] 1,84 per 84 chili, di origini italiane, figlio di un emigrante potentino di Atella [...]» (Eugenio Capodacqua, ”la Repubblica” 23/3/2008) • « il Valentino Rossi delle cronometro. Non perché vince, ma per come vince. [...] semplicemente fa un altro sport, rispetto ai comuni mortali che pedalano. Per capirlo, basta vedere che cos’ha combinato [...] nella prova contro il tempo del Mondiale di Mendrisio, la corsa di casa che valeva per lui come un’Olimpiade. Basta riguardarsi l’arrivo, quegli ultimi 200 metri al rallentatore, con il busto eretto e le braccia alzate al cielo, come se stesse vincendo per distacco una corsa in linea. Una cosa mai vista. Cancellara non ha solo dominato [...] In pratica ha ”asfaltato” i rivali, mettendo minuti (anziché secondi) tra sé e gli altri. Nel primo giro aveva quasi ripreso l’altro favorito Larsson, compagno di squadra nella Saxo Bank del ”guru” Bjarne Riis. Nel secondo giro ha superato lo svedese, partito un minuto prima di lui, ed è andato a ”doppiare” anche l’inglese Wiggins, tre volte olimpionico della pista, scattato due minuti prima. Normale che al terzo giro abbia passato a velocità imbarazzante pure il belga Rosseler, con le gambe che andavano su e giù come i cilindri di un motore lanciato in certi tratti (parola di conta chilometri) a quasi 75 all’ora. [...] La grinta del resto è nei suoi cromosomi, come il carattere aperto che gli viene dalle origini italiane: figlio di un emigrante di San Fele (Basilicata) arrivato in Svizzera a diciott’anni come cameriere. Non per niente ai tempi della Fassa Bortolo lo soprannominarono Spartacus, come il gladiatore ribelle che porta dipinto in oro sulla bici con cui si allena. Una forza della natura (parere unanime nell’ambiente) che maturando ha con quistato anche grandi classi che come la Milano-Sanremo e la Parigi-Roubaix. Merito della sua ”sparata”, e di quella progressione infinita che gli viene dalle crono, in cui stravince fin da junior (2 Mondiali). [...]» (Luigi Perna, ”La Gazzetta dello Sport” 25/9/2009).