Emanuela Di Pasqua, Corriere della Sera 20 marzo 2008, 20 marzo 2008
Per il nascituro non conta solo la dieta di mamma ma anche quella di papà. E un’alimentazione ricca di folati e vitamine riduce il rischio di eventuali difetti genetici nel pupo
Per il nascituro non conta solo la dieta di mamma ma anche quella di papà. E un’alimentazione ricca di folati e vitamine riduce il rischio di eventuali difetti genetici nel pupo. Lo sostiene uno studio dell’Università di Berkeley in California. I ricercatori hanno preso un campione di 89 uomini sani e non fumatori e hanno indagato le loro abitudini alimentari riguardo l’assunzione di vitamina C, vitamina E, beta carotene, folati e zinco. Poi hanno messo in relazione queste informazioni con l’incidenza di aneuplodia, cioè l’eccesso o difetto di cromosomi nel liquido seminale che gioca un ruolo importante in sindromi come quella di Down, di Turner o di Klinefelter. Risultato: gli uomini che consumavano una più alta percentuale di folati (tra i 722 e i 1150 microgrammi al giorno) presentavano una percentuale di squilibrio cromosomico spermatico più bassa del 20-30 per cento. Non si tratta di una verità assoluta, sostengono gli esperti, ma semplicemente di un dato statistico che suggerisce un significativo legame tra le due variabili. Ad ogni modo, giova ricordare che i tempi di riproduzione del liquido seminale sono lunghi e i cambiamenti nello stile di vita, per essere incisivi, dovrebbero anticipare di tre mesi l’atto del concepimento. *** Cibi ricchi di acido folico: vegetali dalle foglie verde scuro (spinaci), legumi (fagioli e piselli), agrumi, cereali integrali (soprattutto crusca), fegato, pollame, carne di maiale, crostacei. Siccome è solubile in acqua, l’acido folico può venire perso durante la preparazione, la cottura e la conservazione dei cibi. Per ridurre al minimo le perdite: consumare frutta e verdure crude, conservare le verdure in frigorifero, cuocere le verdure utilizzando la minore quantità di acqua possibile.