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 2008  marzo 20 Giovedì calendario

BRUGIOLO

BRUGIOLO Valter San Venanzio di Galliera (Bologna) 6 giugno 1961. Vincitore dello Zecchino d’Oro 1967. Nel 2008 candidato alle Politiche con l’Udc. «’Nella steppa sconfinata / a 40 sotto zero / se ne infischiano del gelo / i cosacchi dello Zar!”. [...] nel 1967 aveva cinque anni e conquistò lo Zecchino d’oro e l’Italia cantando le imprese del cosacco cicciottello che rimaneva indietro rispetto ai compagni diretti al fiume Don, ”Ma Popoff / sbuffa, sbuffa e dopo un po’ / gli si affonda lo stivale nella neve e resta lì”. [...] Dopo la vittoria allo Zecchino, quel bimbo dal caschetto biondo, che cantava serissimo il suo ”Popoff” con le braccia dietro la schiena (su Youtube il video continua ad avere un suo pubblico: quasi settantamila spettatori) era diventato popolarissimo. Film musicali tipo Zum zum zum espot per Carosello, a pensarci ancora ride, ”c’erano due cose che non sopportavo da bambino: le banane e i formaggini. Crede mi abbiano proposto la Nutella? Macché, mi toccò la pubblicità dei formaggini...”. E poi le serate in giro per l’Italia, ”Cinecittà, Napoli, Capri”, finché i genitori dissero: basta. ”Hanno fatto una grande scelta, dicevano che quella vita non era adatta per un bimbo della mia età: e non è che fosse facile, la mia non era una famiglia agiata, avevano un mulino da portare avanti e sapevano bene cosa vuol dire la fatica, guadagnarsi la pagnotta. Se vorrai diventare cantante, dicevano, lo farai da grande...”. [...] si è laureato in Economia e commercio mentre aiutava suo padre al mulino e lavora come responsabile dei sistemi informatici in una coop di Bologna. Vive ancora nel suo paese, a San Venanzio di Galliera. E canta nella corale della parrocchia dove sua moglie Alessandra fa la catechista, ”ho frequentato anche un corso di due anni in seminario per fare l’accolito, una figura che aiuta il parroco anche nella comunione, del resto facevo il chierichetto da quando avevo quattro anni...”. [...] quattro figli, ”tre adottati e uno in affido” [...]» (Gian Guido Vecchi, ”Corriere della Sera” 20/3/2008).