ItaliaOggi 15 marzo 2008, Franco Bechis, 15 marzo 2008
Pd, la zavorra di Veltroni. ItaliaOggi 15 marzo 2008. Quando Romano Prodi ha preso in mano nella primavera del 2006 la differenza fra i rendimenti dei Btp italiani a dieci anni e i Bund tedeschi era di 21 punti
Pd, la zavorra di Veltroni. ItaliaOggi 15 marzo 2008. Quando Romano Prodi ha preso in mano nella primavera del 2006 la differenza fra i rendimenti dei Btp italiani a dieci anni e i Bund tedeschi era di 21 punti. Nell’ultimo mese ha sfondato i 60 punti e ha toccato perfino i 72. Significa che l’Italia lasciata da Prodi è considerata dai mercati finanziari tre volte più rischiosa di quella consegnata l’ultima volta da Silvio Berlusconi. Nel 2003 i salari italiani a parità di potere di acquisto erano superiori a quelli spagnoli e greci, e perfino francesi. Ora valgono meno. Perfino i redditi più bassi in due anni hanno ridotto il potere d’acquisto per colpa del fisco e della crescita dell’inflazione. Prodi ha fallito. E il fallimento è la vera zavorra con cui deve fare i conti Walter Veltroni (...) Mi è capitato l’altra sera di partecipare a una puntata di Porta a Porta in cui si analizzavano i programmi economici dei due principali partiti. In studio c’era anche un ministro uscente del governo Prodi, Cesare Damiano. Persona squisita, che essendo in campagna elettorale ha dovuto giocare di fronte al cortese Bruno Vespa due parti in una: difendere l’operato dell’esecutivo uscente e naturalmente anche il programma del nuovo leader, Veltroni. Le capacità equilibriste di Damiano dovranno essere condivise anche con altri 16 ministri uscenti e 24 sottosegretari come con lo staff del leader Pd che ha deciso di ricandidare allegramente tutti quanti. Operazione comprensibile nella filosofia del ”ma anche”, di cui più volte tutti abbiamo sorriso. Ma assai più seria degli ondeggiamenti mostrati in altre candidature. Perché una sola vera svolta potrebbe mettere le ali alla corsa elettorale di Veltroni, già arrestata dopo l’efficace esposizione di lustrini e paillettes: ed è staccare dagli errori del governo precedente. Non è questione di maggioranze variopinte che avrebbero compromesso gli sforzi di Prodi: il punto è che si è rivelata inefficace proprio la politica economica del premier, del ministro dell’Economia, Tommaso Padoa Schioppa e dei suoi collaboratori. I conti sono stati risanati? Sì, ma uccidendo il tessuto economico e prelevando reddito da classi agiate e dagli stati più poveri della popolazione. Certo non era voluto, ma è accaduto. Non si può dire che sia colpa di comuni e Regioni, perché il governo centrale ben sapeva che tagliando trasferimenti li avrebbe costretti ad aumentare la pressione fiscale locale. Solo un miracolo, e cioè la caduta del governo, ha evitato di dilapidare il miglioramento dei conti pubblici distribuendo un tesoretto inesistente. Ora bisogna riconoscere e ripartire da quegli errori. Per essere credibili... Franco Bechis