La Stampa 15 marzo 2008, Marco Tosatti, 15 marzo 2008
Morta a 88 anni Chiara Lubich. La Stampa 15 marzo 2008. Nel ”43 fondò il movimento dei Focolarini Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, si è spenta ieri mattina a Rocca di Papa, nella «sua» Mariapoli, dove aveva chiesto di essere trasferita nella notte fra mercoledì e giovedì, quando i medici del Gemelli, dove era ricoverata, hanno preso atto dell’aggravamento irreversibile delle sue condizioni
Morta a 88 anni Chiara Lubich. La Stampa 15 marzo 2008. Nel ”43 fondò il movimento dei Focolarini Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, si è spenta ieri mattina a Rocca di Papa, nella «sua» Mariapoli, dove aveva chiesto di essere trasferita nella notte fra mercoledì e giovedì, quando i medici del Gemelli, dove era ricoverata, hanno preso atto dell’aggravamento irreversibile delle sue condizioni. Quella che Paola Binetti ha definito «una grande santa del ’900» era nata il 22 gennaio del 1920; il suo posto alla guida del Movimento dovrà essere preso da una donna, per disposzione di Papa Wojtyla. A Giovanni Paolo II piaceva molto; gli sembrava che rappresentasse una delle forme del «genio femminile» di cui amava tanto parlare, Chiara Lubich (nome vero Silvia), la maestrina di Trento alla base di un movimento, i «Focolarini», una potenza nel mondo cattolico, con oltre 130 mila aderenti e - dicono - sei milioni di simpatizzanti in tutto il mondo. Il favore di Papa Wojtyla contribuì a dissipare alcune nubi che si addensavano sull’opera. Il carisma del movimento appariva un po’ ampio: unità fra generazioni, culture, e religioni. Il movimento va oltre la religione cattolica, ma riunisce persone di ogni fede. In un’intervista rilasciata 10 anni fa, prima che la salute cominciasse a darle problemi, Chiara Lubich ammetteva: «Di non cristiani ne abbiamo 30 mila». E all’intervistatore che chiedeva «Ma una volta i missionari non partivano per convertire e battezzare gli infedeli?» rispondeva: «Questa era l’evangelizzazione classica. Ma oggi è l’ora del dialogo. Noi testimoniamo la nostra vita cristiana e questo basta perché gli altri ne siano colpiti». Suo padre, tipografo, perse il lavoro a causa delle sue idee socialiste e la famiglia visse anni di estrema povertà. Per mantenersi agli studi (si iscrisse a filosofia a Venezia), sin da giovanissima, diede lezioni private; agli inizi degli Anni 40 insegnò nelle scuole elementari nella città natale. La biografia ufficiale afferma che «durante la Seconda guerra mondiale scelse Dio Amore, come proprio ideale di vita. Condivise questa idea con un piccolo gruppo di compagne, che come lei si erano formate nell’Azione Cattolica. Il 7 dicembre 1943, sola in una cappella, fece a Dio la promessa di donarsi a lui per sempre, e scelse di cambiare il suo nome in quello di Chiara, in onore della santa di Assisi. Questa data è oggi considerata l’inizio del Movimento dei Focolari». Narrano i suoi biografi che «l’incontro con una donna, che aveva appena perso quattro figli a causa della guerra, la portò a decidere di condividere il dolore dell’umanità. Decise che vivere l’insegnamento più radicale e primigenio del Vangelo, accompagnandosi ad esempio ai poveri della sua città e in questo, seguendo l’esempio del Cristo, sarebbe stata la più potente rivoluzione sociale attuabile». Nel dopoguerra incontrò il parlamentare democristiano Igino Giordani, che ribattezzò Foco, ritenuto cofondatore del movimento. Nel 1949 in un ritiro estivo a Tonadico, sulle Dolomiti, dopo la Messa del mattino, ebbe quelle che pudicamente vengono definite «particolari intuizioni» e che per la loro bellezza e contenuto definì «Paradiso». Le «intuizioni» avrebbero riguardato il progetto di Dio sul futuro di lei stessa, dell’Opera di Maria e di alcuni focolarini. Il movimento nato da quelle «intuizioni» ha fatto strada; secondo alcuni, sono di gran lunga il Movimento religioso più prolifico. La loro casa editrice, «Città Nuova», pubblica opere di grande qualità; dà vita a eventi da cui Giovanni Paolo II ha tratto ispirazione per i suoi megaraduni, giovanili e di famiglie, e soprattutto sono amati e appoggiati da una quantità di vescovi e prelati. I focolarini che prendono i voti sono tenuti a spogliarsi delle loro ricchezze: fanno vita comune e non trattengono un solo euro di ciò che guadagnano. La comunità si occupa di tutto; anche se i critici (ce ne sono sempre, come ci sono sempre i fuoriusciti, in ogni movimento) sostengono che il dare è un po’ troppo a discrezione dei suoi capi. «Alcuni esponenti del movimento lo hanno abbandonato in seguito alla convinzione di avere raggiunto una troppo limitata autonomia decisionale riguardo la propria vita e le scelte da compiere, in nome «dell’Amore di Dio» e di «Gesù in Mezzo». Una creazione del tutto originale sono le «cittadelle» del movimento, come Loppiano, un centro in Toscana di cui diceva Silvana Veronesi, una delle prime compagne di Chiara: «Loppiano è città fatata, goccia di paradiso scivolata tra le nuvole sulla terra». E in effetti le vigne, i casolari, i prati, le botteghe artigiane e le cantine compongono un panorama idilliaco. Vi ricordate le famose «città del sole» dei gesuiti del Paraguay? Di Loppiano, i Focolarini ne hanno edificate alcune decine, in tutti i continenti. Una marea gli attestati di cordoglio: da Napolitano e D’Alema a Marini, Bertinotti, Casini Fini, Veltroni, Rutelli, Rotondi e molti altri ancora: praticamente tutto il panorama politico unito in un cordoglio bipartisan. Marco Tosatti