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 2008  marzo 15 Sabato calendario

L’esercito di Cenerentole nell’Italia dei Piersilvi. La Stampa 15 marzo 2008. E su, bisogna acconciarsi a digerire barche, club su Internet esclusivi ma in fondo abbordabili (tipo small world), qualche festicciola

L’esercito di Cenerentole nell’Italia dei Piersilvi. La Stampa 15 marzo 2008. E su, bisogna acconciarsi a digerire barche, club su Internet esclusivi ma in fondo abbordabili (tipo small world), qualche festicciola. Ma ce la potete fare, precarie di tutta Italia. Ecco, se uno volesse seguire davvero il consiglio di Silvio Berlusconi? Se indignarsi è inutile, tanto vale prenderlo alla lettera e, diciamo, approntare una strategia: ma chi sono questi milionari da sposare? Dove li trovo, al call center? Come li irretisco? Già che c’era, ha scritto il manifesto, Silvio poteva condire la battuta con una lista. L’Italia è piena di Piersilvi, ragazzi che hanno mantenuto e talora incrementato le posizioni ereditate, con capacità e, berlusconianamente, «bella presenza». Buoni partiti che magari credete inarrivabili e invece non aspettano altro che essere rapiti dalla Perla Pavoncello che sognavano da anni, la ragazzetta magari un po’ precaria, ma bella, astuta, sveglia e svelta. Come no. A chi avrà pensato il Cavaliere oltre che a suo figlio? Di sicuro ai buoni partiti belli e magari un po’ fighi, quelli alla Matteo Marzotto, figlio della contessa Marta e di Umberto, che dopo esser già stato membro dei giovani di Confindustria è adesso al timone della Valentino spa. Lo si incontra alle sfilate milanesi, dunque, ma anche in luoghi come l’inaugurazione di Basquiat in Triennale, un posto dove è facile andare. Se una ama le moto sappia che anche lui è tipo che fa la Parigi-Dakar, e adora gli aerei. Mettete il vestitino di Dior e stupitelo. I giovani di Confindustria vanno comunque seguiti con attenzione, se si vuole mettere in pratica il suggerimento di Silvio, una legge che ha l’unico difetto di mancare del decreto attuativo. Le riunioni del Gruppo giovani industriali sono pubbliche, spesso basta andare sul sito, al limite fare la posta in viale dell’Astronomia quando ce n’è una. Magari si può allungare il curriculum per una loro azienda. Matteo Colaninno era ottimo, ma il cuore gli è stato già rapito. O Matteo Arpe, che il Financial Times definì un misto tra uno «sfacciato banchiere della City e uno scaltro dirigente di Mediobanca», liquidazione in Capitalia 50 milioni. Incontrarlo non è semplice, ma Roma è porosa, mica è una fortezza, un vernissage, un convegno non si negano a nessuno. In questa città non è certo impossibile attaccar bottone con Domenico Procacci, produttore cinematografico, amico di Walter Veltroni, peraltro ospite fisso a Sabaudia. I Caltagirone boys ovviamente sarebbero bingo, ma sentimentalmente paiono inavvicinabili; Alessandro è ottimo skipper, oltre che manager del gruppo, e ogni tanto assieme alla sorella Azzurra - che come il padre ama la pizza bianca - la mangia da «Celestina». Uno può provare. Silvio giovane avrebbe provato. Sì, occorre una certa visione del mondo; la stessa che portava il Cavaliere ventenne a cantare sulle barche per donne agè, la sua educazione sentimentale. O forse solo un po’ di umorismo. Se vivete al Nord è tifosissimo del Milan il giovane immobiliarista Paolo Ligresti, spesso lo si vede a Milanello, che non è un posto blindato. Così come ogni pr di medio livello era in grado di trovare inviti degli appuntamenti di beneficenza organizzati da quel club di figlioli chiamato Milano Young (oltre alla figlia di Silvio, Barbara, ne faceva parte anche il figlio di Marco Tronchetti Provera, ancora giovane ma da seguire, per le precarie degli anni futuri, come Pierre Casiraghi, sempreché non sia restio come lo zio Alberto). Le occasioni per conoscere Lapo Elkann ci sono, tra Torino e Milano. Se preferite la provincia potreste innamorarvi del manager Fabrizio Lori, ora anche presidente del Mantova, la domenica in tribuna al glorioso Martelli. O anche di Alessandro Rosi, piacente figlio del fondatore di Parmacotto. Giuseppe Cipriani, figlio di Arrigo dell’Harry’s Bar, ha promesso «non mi sposo più, una volta basta». Ma chi li impalma si sistema, in questa Italia già pre-silviesca. C’è anche il figlio di Diego Della Valle, un suo cortometraggio di dieci minuti, «Traffic Jam», è stato proiettato in chiusura delle sfilate uomo a Milano. Dei 4 figli di Merloni due lavorano in azienda, tocca spulciarne stato di famiglia con cura. Tenere d’occhio lo stato emotivo dei sette figli di Francesco B. Caltagirone. E di chissà quanti altri. L’Italia è una miniera; l’amore, come tutto, acquistabile. Piersilvio la miglior pepita; anche se ha promesso «il matrimonio non è un obiettivo, non escludo di sposarmi un giorno, ma ora come ora non ne sento la necessità». E se il figlio a cui alludeva il Cavaliere fosse invece Luigi, il giovane ventenne? La nonna, signora Flora, confidò: «Silvio ne va orgogliosissimo, forse si immedesima un pochino... un ragazzo così simpatico, vitale, è sempre in giro anche di notte, fa impazzire le ragazzine». A Porto Rotondo, però, precarie zero. Jacopo Iacoboni