La Stampa 15 marzo 2008, Francesco Semprini, 15 marzo 2008
Crolla la banca Bear Stearns Wall Street trema. La Stampa 15 marzo 2008. Lo tsunami finanziario travolge Wall Street
Crolla la banca Bear Stearns Wall Street trema. La Stampa 15 marzo 2008. Lo tsunami finanziario travolge Wall Street. La crisi del credito immobiliare irrompe nella capitale della finanza assestando un colpo letale a uno dei suoi simboli: la banca Bear Stearns costretta a chiedere aiuto alle istituzioni e in caso di necessità disposta a considerare la liquidazione del gruppo. Piegata dalle recenti svalutazioni e colpita da una rapida fuga di capitali, in soccorso della quinta banca d’investimento Usa arrivano la Federal Reserve di New York e J.P. Morgan Chase. La fase più acuta della debacle inizia giovedì mattina quando le voci su una pesante riduzione dei flussi di cassa nei bilanci del gruppo si fanno insistenti tanto da spingere gli investitori a smobilizzare capitali creando un vortice che mette in ginocchio l’istituzione finanziaria già provata da 2,75 miliardi di svalutazioni per i mutui facili. «La nostra posizione finanziaria è peggiorata significativamente nelle ultime 24 ore», conferma il numero uno Alan Schwartz, aggiungendo che sta lavorando alle contromisure con i consulenti di Lazard. A Wall Street è panico: il titolo crolla del 41% trascinando nel baratro i listini: il Dow Jones chiude in ribasso dell’1,60%, mentre il Nasdaq segna un passivo del 2,26%. La liquidità è sufficiente, cerca di rassicurare Schwartz, ma «la crescente richiesta dei riscatti ha creato problemi». Non si fa menzione di cifre, ma i capitali in fuga sono tali da mettere a repentaglio la salute finanziaria del gruppo, tra i più esposti sul mercato dei subprime. Scatta l’emergenza: accorrono la Fed di New York e Jp Morgan con un finanziamento a 28 giorni: «Questo periodo - dice la banca - dovrebbe permettere a Jp Morgan e Bear Stearns di sviluppare uno schema strutturale e di lungo periodo di finanziamento o altre soluzioni». L’intervento di Jp Morgan, terzo istituto statunitense, non è quantificato in cifre e nemmeno quello della Fed di New York, che agirà da intermediario tra Banca centrale e mercati americani. Bernanke e colleghi sosterranno l’azione di Jp Morgan attraverso la «discount window», il prestito a breve con interessi agevolati. la prima manovra che la Banca centrale americana mette in atto per salvare un’istituzione finanziaria colpita dalla contrazione di liquidità. Jp Morgan - la banca che ha subito le perdite più contenute dallo scoppio della crisi - precisa di non ritenere che l’operazione possa esporre gli «azionisti ad alcun tipo di rischio». Il salvagente pubblico-privato non ferma tuttavia la spirale della paura, accelerata dalla nota di Standard&Poor’s che taglia il rating sul debito di Bear Stearns a «BBB». «La banca ha vissuto un momento di forti pressioni a causa delle preoccupazioni sulla sua posizione di liquidità», spiega l’agenzia di rating. Il colpo di grazia arriva in tarda mattinata quando persone vicine a Bear Stearns rivelano che la banca sarebbe in trattative con JP Morgan per una possibile vendita. «L’acquisto di Bear Stearns è possibile», dichiarano le fonti al canale finanziario Cnbc aggiungendo che la manovra potrebbe coinvolgere acquirenti diversi da J.P. Morgan: banche di investimento o fondi in primis. Sono queste le ipotesi più accreditate anche dagli analisti di Wall Street, che considerano inoltre l’opzione di una vendita spezzatino o nell’ipotesi più remota, la sopravvivenza della banca grazie all’iniezione di capitali stranieri, ovviamente ad opera dei soliti fondi sovrani. Francesco Semprini