Federico Rampini, la Repubblica 15/3/2008, 15 marzo 2008
«Mentre la nuova ferrovia rovescia fiumane di coloni, vasti quartieri di Lhasa già hanno subìto uno stravolgimento: ipermercati, shopping mail di elettronica, banche e uffici turistici sono gestiti prevalentemente dai cinesi han, più istruiti e abili negli affari
«Mentre la nuova ferrovia rovescia fiumane di coloni, vasti quartieri di Lhasa già hanno subìto uno stravolgimento: ipermercati, shopping mail di elettronica, banche e uffici turistici sono gestiti prevalentemente dai cinesi han, più istruiti e abili negli affari. Lo stesso turismo di massa violenta l’anima dei luoghi: il Potala Palace, ex dimora del Dalai Lama trasformato in museo, è circondato dai torpedoni, invaso da comitive cinesi volgari e arroganti [...] al di fuori del Tibet la Cina ha altri 150 milioni di buddisti [...] Tra gli incubi della nomenklatura cinese c’è lo scenario Solidarnosc, proiettato in versione buddista» (Rampini)