Varie, 15 marzo 2008
Luigi Roca, 39 anni. Operaio in un’azienda del gruppo Thyssenkrupp, la Berco di Busano Canavese, sposato da dodici anni con Barbara, donna delle pulizie, padre di Niccolò e Davide, 6 e 7 anni, assieme alla famigliola abitava in una cascina che s’era ristrutturato con le sue mani e coi soldi del mutuo
Luigi Roca, 39 anni. Operaio in un’azienda del gruppo Thyssenkrupp, la Berco di Busano Canavese, sposato da dodici anni con Barbara, donna delle pulizie, padre di Niccolò e Davide, 6 e 7 anni, assieme alla famigliola abitava in una cascina che s’era ristrutturato con le sue mani e coi soldi del mutuo. Una settimana fa il Roca venne a sapere che la ditta non gli avrebbe rinnovato il contratto a termine e si disperò al pensiero di tornare disoccupato, esperienza già provata quattro anni fa quando dopo quindici anni di fatica alla ditta di stampaggi "Canavera e Audi" se n’era andato per una lite con il capo. Martedì scorso scrisse allora tre lettere: una ai genitori per chiedere perdono; una alla moglie ("In questo tipo di vita serve una forza che io non ho. Non lo dico per giustificarmi, ma perché tutti possiate perdonarmi. Ho valutato le conseguenze del mio gesto ma non ce la faccio, ho perso lavoro e dignità"); l’ultima ai due figli piccoli ("Non mi giudicate e comportatevi bene. Trattate bene la mamma e conservate di me la parte buona che vi ho lasciato"). Quindi uscì di casa, scelse un albero lì vicino, legò il capo di una corda a un grosso ramo, si passò l’altro capo attorno al collo e si lasciò penzolare. Giornata di martedì 11 marzo in un boschetto a Busano Canavese in provincia di Torino.