Ettore Livini, la Repubblica 13/11/2007, pagina 21., 13 novembre 2007
la Repubblica, martedì 13 novembre Cuneo. Laura Manescu è seduta nella cabina posteriore del Boeing 737-500 della Blue Air
la Repubblica, martedì 13 novembre Cuneo. Laura Manescu è seduta nella cabina posteriore del Boeing 737-500 della Blue Air. Sono le 9 di mattina di sabato 10 novembre. Il volo J101 da Bucarest Baneasa a Cuneo Levaldigi sta sorvolando l´Adriatico. Di solito a quest´ora lei, hostess da tre anni del vettore low-cost rumeno, è indaffarata a metà carlinga tra succhi d´arancia, tramezzini e caffè. Impegnata a servire in fretta i passeggeri prima dell´inizio delle procedure d´atterraggio, Oggi no. Ha un libro in mano, legge e aspetta un po´ annoiata il momento in cui si inizierà a scendere. «Cosa vuole che le dica? Ho già finito il giro. Con quel che è successo c´era da aspettarselo – spiega ”. Di solito su questo aereo c´erano 90 persone. Si lavorava no-stop dal decollo fino a quando si toccava terra. Oggi siete poco più di cinquanta...». C´era da aspettarselo davvero. La crisi tra Italia e Romania non corre solo sui canali diplomatici o rimbalzando nei palazzi della politica sull´asse Bucarest-Roma-Bruxelles. La morte di Giovanna Reggiani e il decreto sicurezza hanno lasciato una cicatrice più profonda. E ridotto a viaggi-fantasma i pullmini (decine al giorno, quasi vuoti in questo periodo) e gli aerei (300 la settimana) che nell´ultimo decennio hanno portato in Italia un milione di lavoratori rumeni. Ritorna chi è obbligato. Chi deve riprendere a lavorare. Ma il fiume dei nuovi arrivi – effetto collaterale della bagarre degli ultimi giorni – si è improvvisamente inaridito. Il volo J 101 non fa eccezione. Nel terzo millennio anche l´emigrazione viaggia low-cost. «Chi me lo fa fare di spendere da 50 a 100 euro per 36 ore di viaggio tra Romania e Italia in bus quando con 115 euro volo in due ore e mezza da Bucarest a Cuneo?», spiega con logica bocconiana e in buon italiano Camelia Suciu, badante da tre anni nella zona di Alba, seduta alla fila 12. Dopo il caso Mailat però la porta dell´Europa, anche se la si varca a Cuneo e in Boeing, è diventata più stretta. «Torno malvolentieri – dice Mihai Sebranescu, muratore ”. E solo perché sono obbligato per il futuro dei miei figli. Comunque si guardi attorno. Siamo quattro gatti...». A bordo ci sono cinque infermiere, qualche operaio, un ragazzo, Nicolae, assunto tre mesi fa per lavorare nelle risaie del vercellese. «Tutti pendolari "regolari" della Bucarest-Cuneo – spiega Monica, un fidanzato di Bordighera ad attenderla in aeroporto ”. Pochi perché le polemiche hanno spaventato chi voleva partire per l´Italia per la prima volta». Non tutti però hanno alzato bandiera bianca. Basta insistere un po´. Garantire l´anonimato. Sul J101, malgrado le tv di Bucarest parlino di caccia al romeno in Italia, si è imbarcato a caccia di fortuna nel Belpaese anche Ilie, 19 anni, due begli occhi azzurri, fino alla scorsa settimana elettricista a Brasov. Lui spiega, Camelia traduce. «Non vado al buio – assicura – non scriva che sono un clandestino. Mio cugino è già a Fossano. Mi ha trovato un lavoro, abiterò con lui. Prenderò 600 euro in nero, il doppio di quanto guadagnavo a casa. E in sei mesi spero di avere un contratto di lavoro». «Se saliva su questo aereo due settimane fa ne trovava almeno trenta come lui», dice Mihai. Dal finestrino del Boeing si vede nettamente il Monviso. La tramontana spazza la pianura padana e il sole riempie le campagne di Cuneo. Vista così, dall´alto, l´Italia è meno peggio di come la dipingono i media romeni. Il J101 atterra in orario. In meno di cinque minuti – siamo tutti europei – si passa il controllo di frontiera. Fuori dall´aeroporto, i pendolari della speranza si disperdono. Mihai saluta Camelia e sale su una Punto. Monica un po´ nervosa aspetta con le valigie il fidanzato («come al solito è in ritardo»). Undici persone s´imbarcano sul pullman giallo Cuneo-Torino. Ilie, ufficialmente l´unico "turista", è un po´ spaesato. Si guarda attorno per qualche secondo, con un filo di preoccupazione. Poi sorride. Da una Fiat Idea blu, lucida come per una festa, scende un ragazzo che avrà più o meno la sua età. Un abbraccio. Le valigie nel bagagliaio. Mailat, il decreto sicurezza e le spedizioni punitive di Roma adesso non contano più. La Fiat Idea esce dal cancello dell´aeroporto. Domani è un altro giorno, alle 17.30 a Levaldigi atterrerà l´aereo da Bacau... Ettore Livini