Maurizio Stefanini, Libero 13/11/2007, 13 novembre 2007
Antenati di ultras. Nel gennaio del 532 dopo Cristo a Costantinopoli scoppiò la ”rivolta di Nika” (in greco ”vinci!”)
Antenati di ultras. Nel gennaio del 532 dopo Cristo a Costantinopoli scoppiò la ”rivolta di Nika” (in greco ”vinci!”). Alla corsa delle bighe nello stadio si fronteggiavano due fazioni, gli Azzurri e i Verdi (citati nella canzone ”Bisanzio” di Guccini: «Che importa a questo mare essere Azzurro o Verde»). I primi erano schierati con la linea dinastica dell’imperatore Giustiniano e con l’ortodossia religiosa, i secondo erano nostalgici dell’imperatore Anastasio e simpatizzavano per l’eresia monofisita. Tutto iniziò con l’aggressione degli Azzurri ai Verdi che andarono a protestare da un inviato dell’imperatore e si sentirono tacciare di «giudei». Gli Azzurri provocarono i Verdi di nuovo, e stavolta le autorità per dare l’esempio condannarono a morte sette caprioni di entrambe le fazioni. Ma le travi di due croci si ruppero e i tifosi, coalizzatisi, aiutarono un Verde e un Azzurro a scappare in un convento, subito assediato dalle forze dell’ordine. Il giorno dopo, allo stadio, i tifosi chiesero la grazia, ma Giustiniano si voltò dall’altra parte e la folla inferocita diede l’assalto al pretorio. Quindi incendiò la casa di un nipote di Anastasio che per non venire proclamato imperatore era fuggito; poi l’Augusteon, la basilica di Santa Sofia e le terme di Zeusippo. Per dieci giorni la città restò in mano agli scalmanati. Finché Giustiniano non li attirò di nuovo nell’ippodromo, promettendo di abdicare. Invece fece chiudere le porte e scatenò sui ribelli i soldati del generale Belisario. Bilancio: trentacinquemila morti.