Dagospia 12/11/2007, 12 novembre 2007
2 – PROFUMO, UN MITO NEL CONO D’OMBRA?
Domani sarà un giorno molto importante per Alessandro Profumo.
Dopo il crollo in Borsa del titolo Unicredit, il banchiere genovese è atteso alla prova della verità e gli analisti si aspettano parole di speranza. La loro previsione è che gli utili netti del terzo trimestre toccheranno i 945 milioni, ma ciò che più importa saranno le parole che Profumo dovrà pronunciare sul passato e sul futuro. Sul passato dovrà dire con chiarezza se il bagno di sangue provocato dai derivati si limita a un miliardo di euro, oppure se c’è qualcosa che è nascosto nella pancia della banca tedesca Hvb comprata per allargare l’impero dell’Est.
Dopo un fiume di dichiarazioni (non sempre felici) a cavallo della politica, l’ex-boyscout nelle ultime settimane ha messo il silenziatore e ha assistito attonito all’incendio della Borsa che ha bruciato 20 miliardi di capitalizzazione. In pratica se ne è andato in fumo il valore aggiunto dall’operazione con Capitalia, e la perla europea di Unicredit appare vulnerabile. Per fortuna colossi come Citigroup e Barclays hanno drammatici problemi che allontanano la tentazione di entrare sul mercato italiano, un mercato appetibile per le grandi banche e per le "locuste" internazionali.
Dall’inizio dell’anno il titolo della banca di piazza Cordusio ha perso il 32% toccando livelli che si erano visti soltanto nella primavera del 2003. Il mito del banchiere vincente ha subito un duro scossone, ma adesso si aspetta che per il prossimo futuro Profumo dica cose meno politiche e meno retoriche. In un articolo pubblicato in prima pagina sul "Corriere della Sera" all’inizio di aprile, Alessandro il Grande ha scritto che "nell’azione economica è necessario seguire cinque precetti: l’onestà, l’equilibrio, la giustizia sociale, l’informazione e la responsabilità".
Belle parole che non bastano più.