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 2007  novembre 11 Domenica calendario

In ordine alfabetico: Francesco Gaetano Caltagirone, Fondazione Mps e Partito democratico. Sono i tre protagonisti vincenti del blitz che ha portato la Banca Montepaschi a conquistare l’Antonveneta, versando 9 miliardi di euro sonanti nelle casse del Banco Santander, uno dei vincitori dell’Opa Abn Amro

In ordine alfabetico: Francesco Gaetano Caltagirone, Fondazione Mps e Partito democratico. Sono i tre protagonisti vincenti del blitz che ha portato la Banca Montepaschi a conquistare l’Antonveneta, versando 9 miliardi di euro sonanti nelle casse del Banco Santander, uno dei vincitori dell’Opa Abn Amro. (Francesco Gaetano Caltagirone - Foto U.Pizzi) Criticati per essersi arroccati a Siena, i vertici della banca e della fondazione della città toscana assaporano il gusto della rivincita. Giuseppe Mussari (Ds) e Gabriello Mancini (Margherita) in questi anni non si sono adeguati alla linea della segreteria ds, tracciata da Piero Fassino e da Massimo D’Alema. Hanno assistito alla benedizione degli immobiliaristi prima e all’avanzata dell’Unipol poi senza muovere un dito, forti dei loro mezzi economici e decisi a non rinunciare al primato della comunità senese nel controllo del gruppo. Hanno coltivato rapporti eterodossi, nel mondo del centrosinistra, con Franco Bassanini e Giuliano Amato, per esempio. Hanno "ascoltato" l’espressivo silenzio di Walter Veltroni nella calda estate dei furbetti del quartierino. E, sia pure con l’aiuto del caso (nessuno prevedeva la ritirata del Santander), hanno fatto il salto di qualità proprio nei giorni in cui il Partito democratico sta muovendo i suoi primi passi. (Walter Veltroni con la moglie Flavia - Foto U.Pizzi) Il Supermonte non nasce come quella "banca della sinistra" che sarebbe stata Unipol Bnl o MpsUnipol. Nasce con un’operazione di mercato che dovrà essere valutata nel tempo visto l’elevato prezzo pagato agli spagnoli e che è stata perfezionata in pochi giorni tenendo informato il mondo politico il minimo necessario. altrettanto evidente però che il guizzo del Monte risente del nuovo assetto del centrosinistra e trae forza dall’affinità tra i dirigenti del gruppo bancario e il Partito democratico. La Fondazione Mps si tiene stretto il controllo della banca: ha il 58,6% del capitale ma ha sterilizzato la quota che eccede il 49% per dare la sensazione di non avere la maggioranza assoluta. Una finzione giuridica: se il 10% è sterilizzato, infatti, il 49% che vota è ben più della maggioranza assoluta. Ma a Siena, prima di accettare una diluizione, vogliono avere, giusto o sbagliato che sia, delle buone ragioni. E non è detto che basti. Eppure al fianco della fondazione ci sono azionisti privati di peso. Oltretutto non di sinistra e nemmeno di centro sinistra. Come, e soprattutto, Franco Caltagirone, vicepresidente e azionista di Mps con quasi il 5%, considerato l’uomo "più liquido" d’Italia. Che giovedì ha commentato con toni entusiastici e appassionati l’acquisizione di Antonveneta. Superata la torrida estate degli immobiliaristi, che l’ha visto alleato di Stefano Ricucci e Danilo Coppola, Caltagirone ha ricucito i rapporti con tutti. A cominciare dalla "nuova" Banca d’Italia di Mario Draghi che lo ha ricevuto all’inizio della settimana. Chi ha vissuto i giorni dello scontro per la conquista della Bnl, poi, non crede ai suoi occhi quando lo vede ridere e scherzare in pubblico con Luigi Abete, il suo acerrimo nemico di allora, tuttora presidente della Bnl targata Bnp. (Luigi Abete - Foto U.Pizzi) Caltagirone sta diventando un personaggio-chiave del Nord-Est. Ha rilevato il ”Gazzettino”, dopo un’aspra contesa con gli imprenditori locali, fedele alla scelta di comprare tutti i giornali in vendita per costruire un gruppo editoriale su scala nazionale. Ha acquistato un pacco di Generali, pari all’1% del capitale, che ne fanno il secondo azionista non bancario dopo De Agostini, con un posto nel consiglio di amministrazione. E ora è anche vicepresidente del gruppo che controlla una delle banche meglio radicate nel NordEst. Giornali e finanza poco o niente hanno a che fare con il core business di immobili e cemento, ma sullo scacchiere del potere la presenza nel Nord-Est è importante. Caltagirone, tra l’altro, è stato abile a ricucire con Benetton, dopo lo scontro sul Gazzettino, cooptando Gianni Mion nel consiglio di amministrazione della società editrice. L’immobiliarista romano sa trattare con la politica ma bada agli affari. E di solito ci prende. Era stato proprio lui, insieme agli altri soci privati, a sollecitare la crescita esterna del Montepaschi. Ed era stato lui a sfidare la saggezza convenzionale dicendo che è ora di togliere la barriera del 15% per gli imprenditori nel capitale delle banche. Ora che il salto dimensionale è stato fatto, Caltagirone guarderà con ancora più interesse al futuro assetto della banca senese.