Margherita De Bac, Corriere della Sera 10/11/2007, 10 novembre 2007
ROMA – Nuovi ospiti bussano alla porta dei Sert italiani, gli oltre cinquecento servizi pubblici per il trattamento delle dipendenze
ROMA – Nuovi ospiti bussano alla porta dei Sert italiani, gli oltre cinquecento servizi pubblici per il trattamento delle dipendenze. In sedici anni di attività sono cambiati i più assidui consumatori di stupefacenti. Due le popolazioni non ancora predominanti ma in crescita, sintomo di un’inversione di tendenza. Prima figura: età 20-24 anni, cocainomane o dedito a droghe sintetiche, spesso ubriaco perché utilizza l’alcol come collante delle varie sostanze. Il secondo tipo ha 39 anni e più, è eroinomane o poliabusatore, bisognoso di un intervento intensivo, vittima di tossicodipendenza cronicizzata. E la maggior parte di questi ultimi è entrato in un Sert dopo i 40 anni. Scopre una realtà molto più composita e dettagliata rispetto al passato il rapporto 2006 sull’attività dei Sert. Le persone seguite l’anno scorso sono circa 170 mila, l’82% dei soggetti in terapia per abuso. Quindi in netta minoranza gli ospiti delle comunità terapeutiche. Invecchiano gli utenti, diminuiscono gli eroinomani (dal 90 al 70%). Aumentano invece i cocainomani, passati da 1,3% al 14%: «Decine di migliaia vengono inviati dalle prefetture e rientrano nel circuito sanzionatorio amministrativo – descrive la situazione Alfio Lucchini, presidente di Federserd, l’associazione dei servizi pubblici per le dipendenze ”. Sono ragazzi fermati dalle forze dell’ordine perché in possesso di quantità di droga superiore a quello per uso personale. Si fanno di coca, hashish, marijuana. Più che di cure hanno bisogno di sostegno psicosociale. Non disdegnano l’alcol e richiedono un approccio diverso rispetto al primo gruppo, più impegnativo ». Paolo Jarre, psichiatra, direttore del Sert Asl Torino 5 di Collegno e Val di Susa individua un nuovo fenomeno, l’analfabetismo di ritorno: «Prima i tossicodipendenti conoscevano a fondo le sostanze, ora i giovani non distinguono tra acidi, canapa e coca. Confondono, forse perché si basano sul concetto sbagliato ma ricorrente secondo il quale le droghe sono tutte uguali». Le percentuali del rapporto: «Nel 1991 la classe di età più ampia, il 37%, era compresa tra 25 e 29 anni, oggi è diventata quella degli ultra 40 enni, saliti dal 2,8% al 27%. I minorenni rappresentavano il 4,8% del totale e sono sensibilmente calati, sotto il 3%». Si è abbassata l’età di iniziazione alla cannabis, tuttavia il consumo resta da alcuni anni inchiodato attorno al 9%, rileva il ministero della Salute. Viene ritenuta poco significativa la crescita degli utenti sotto i 15 anni: da 0,1 a 0,2%. I giovani arrivano su disposizione della magistratura oppure spontaneamente, sull’onda del passaparola, a volte accompagnati dai genitori. Una terza figura, non ancora identificata nel rapporto, si sta facendo spazio tra i 170 mila frequentatori di Sert. Il giocatore d’azzardo. La droga sono videopoker, bingo o altri giochi considerati innocui come lotto e grattavinci. Per loro psicoterapia individuale, interventi sulla famiglia, per storie estreme la comunità terapeutica e, quando non c’è altra scelta, farmaci anticompulsivi.