Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2007  novembre 11 Domenica calendario

ROMA – Con la benedizione di Silvio Berlusconi, il saluto di Donna Assunta Almirante, le lacrime di Giuseppe Ciarrapico e l’adesione di Daniela Santanchè, è nata ieri la Destra

ROMA – Con la benedizione di Silvio Berlusconi, il saluto di Donna Assunta Almirante, le lacrime di Giuseppe Ciarrapico e l’adesione di Daniela Santanchè, è nata ieri la Destra. Obiettivo, dichiarato: «Sostituire An che si è spostata al centro», come spiega Teodoro Buontempo nel suo applauditissimo intervento introduttivo. L’appuntamento è al Palazzo dei Congressi, «luogo simbolo dei grandi eventi politici ». Ed è un grande sforzo di immagine e di organizzazione da parte di Francesco Storace che organizza persino l’accensione di un’enorme fiaccola sul palco (ci sono i pompieri) anche se il fuoco può durare solo pochi secondi. Il clou del pomeriggio è Silvio Berlusconi, al quale Storace e Bontempo promettono lealtà assoluta: «Non ti tradiremo mai, non proveremo mai a scavalcarti». Il Cavaliere rinuncia alla polemica con l’Udc e An e a chi gli chiede di Fini e Casini risponde con un’alzata di spalle e un «non ho niente da dire». venuto a fare il leader della coalizione: chiede e promette unità, non si sottrae alla cantilena goliardica del «chi non salta comunista è», rilancia la federazione del centrodestra, l’Università delle Libertà e rilegge un suo discorso del 1994. Se ne va spiegando che «oggi il mio cuore ha vibrato sulla stessa lunghezza d’onda dei vostri». Forse non proprio sempre, non quando sulle note di Fratelli d’Italia si sono levate le mani destre di diversi militanti in un saluto romano che Francesco Storace dal palco ha cercato di correggere invitando tutti ad alzare entrambe la braccia al cielo. O quando lo stesso Storace l’ha chiamato a cantare insieme ai militanti la canzone «Il domani appartiene a noi», l’inno di Azione Giovani che riecheggia stereotipi antisemiti e per polemizzare con i comunisti dice che di romeni «noi rimpiangiamo Codreanu, il capo della Guardia di Ferro, non Ceausescu ». O quando dal palco il leader della Destra ha accusato Fini di aver tradito il suo passato e il fascismo della persecuzione agli ebrei: «Noi non faremo il ministro degli Esteri a qualsiasi prezzo: nessuna coalizione – ha sottolineato l’ex ministro della Salute – ci potrà mai chiedere di andare in una agenzia di viaggi, fare un biglietto per Gerusalemme per andare a maledire il fascismo». Un’ovazione. Tanto che proprio lo stesso Storace deve richiamare all’ordine: «Il nostro nemico è Prodi e non Fini». La risposta di An non si fa attendere: «Andando da Storace Berlusconi ha tradito la memoria e l’insegnamento politico di Pinuccio Tatarella, che se fosse stato in vita, gli avrebbe caldamente sconsigliato un errore così grave», spiega a nome di Fini, Italo Bocchino, sapendo bene che per Storace è una stilettata. La presenza della Santanchè, che oggi dovrebbe diventare il portavoce della Destra e che ieri è stata presentata da Storace come «un uomo che non le ha di velluto », è uno strappo doloroso: «Per An – ha commentato ironico Ignazio La Russa, il capogruppo alla Camera che convinse la Santanchè a far politica con loro – è un’ottima scelta ». Più ecumenica Assunta Almirante che ci tiene a precisare di essere la «mamma di tutta la destra» ed è sicura che «alla fine gli uomini per bene si riuniranno». Ma è lei ad annunciare che «se non si rifarà la legge elettorale, io andrò in giro per l’Italia dal Nord a Sud per dire: non andate a votare ».